Venezia, poliziotto si uccide con un colpo di pistola in Questura

La tragedia nello stabile di Santa Chiara che ospita la Questura di Venezia: l'agente si è sparato un colpo alla testa ed è morto sul colpo

VENEZIA. È morto sul colpo Giovanni Paties, 53 anni, sovrintendente della Sezione Volanti, motoscafista della Volante Uno. Doveva iniziare il servizio ieri alle 13 per il turno pomeridiano 13-19. Ma arrivato a Santa Chiara, negli uffici della Questura, ha fatto ingresso nello spogliatoio degli agenti, e qui, da solo, si è sparato un colpo alla nuca. La morte è stata istantanea. Nulla hanno potuto fare alcuni colleghi, che udito lo sparo, sono corsi nello spogliatoio e hanno trovato il collega a terra, in mezzo al sangue. Vicino al corpo, la pistola d’ordinanza di Paties. E inutile è stata la corsa dell’ambulanza del 118 immediatamente allertata.

«Motivi personali», così dalla Questura di Venezia provano a dare un senso al suicidio di un poliziotto tra i più noti in città, sposato e padre di tre figli. Veneziano, originario e residente nel centro storico, Paties, sposato e padre di tre figli, era conosciuto da anni con il soprannome de “Il secco”, per la corporatura magra. Inizialmente appariva come un taciturno, ma i colleghi lo descrivono come un bravo poliziotto, pronto alla battuta e allo scherzo a volte. Prima di lavorare dal 2006 alla Sezione Volanti come motoscafista, aveva fatto parte della sezione Stupefacenti della Squadra Mobile diretta da Luca Rizzi.

Un «bravo poliziotto, una persone fantastica e per bene, una gran brava persona» lo ricorda un collega, ex della Mobile di Venezia. «Non riesco a comprendere cosa possa averlo spinto a questo gesto. Mi chiedo se qualcuno abbia provato a dargli aiuto o nessuno si sia accorto di nulla», si interroga il poliziotto. Ieri in Questura alle 12.30, dopo il drammatico gesto, è calato il lutto. Transenne abbassate all’ingresso di Santa Chiara, volti scuri tra i poliziotti. Un gruppo di agenti in fondo alla rampa di ingresso resta a lungo a parlare, lontano dagli occhi indiscreti. E una bella giornata di inizio maggio all’insegna del sole si è trasformata in una orribile giornata, di dolore.

Non appena è stato dato l’allarme per il suicidio di Paties in Questura sono arrivati il questore Vincenzo Roca e il dirigente delle Volanti, Luca Miori. E poi i colleghi della sezione Mare e altri poliziotti. In tanti conoscevano Paties che aveva lavorato prima delle Volanti alla Mobile e per un breve periodo al commissariato del Lido. A Santa Chiara si sono visti anche l’attuale capo della Squadra Mobile, Marco Odorisio e il dirigente del commissariato di San Marco Luigi Petrillo, visibilmente scossi. Il questore Vincenzo Roca si è chiuso nel silenzio e nel dolore ma ha voluto esprimere attraverso la sua segreteria «il cordoglio di tutta la questura per la grave perdita».

«Gli mancavano due anni alla pensione», dicono alcuni colleghi a Santa Chiara, pure loro increduli per quanto è accaduto. I motivi che hanno spinto il poliziotto a togliersi la vita restano celati dal riserbo. Nessuno sa dire e Paties non avrebbe lasciato biglietti. Qualcuno accenna a problemi in famiglia, forse ad una separazione dalla moglie, ma poi è tornata la pace in casa. E il lavoro non c’entra. Dalla Questura ribadiscono l’unica spiegazione ufficiale: «Motivi personali».

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