Lavoro, è ora di cambiare, appello dei sindacati uniti dal capannone del Petrolchimico

La lunga giornata del Primo Maggio è iniziata a Mira e terminata a Marghera, nel luogo simbolo delle lotte operaie. Il messaggio del sindaco, Luigi Brugnaro ai cittadini «Lavoro motore della città»

Marta Artico Alessandro Abbadir

«Il Primo Maggio è una festa per me e la mia famiglia sempre molto importante, che voglio dedicare a chi un lavoro ce l'ha, a chi l'ha perso, a chi lo cerca, a chi lo crea e a chi lo difende».

E' questo il messaggio del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro nel giorno della Festa dei Lavoratori «è una giornata che appartiene alla storia di tutti noi e che richiama il valore fondante del lavoro nella costruzione della nostra società, nella dignità della persona e nella coesione delle comunità».

«Lavoro motore della città»

«Il lavoro» ricorda il primo cittadino «è il grande motore della nostra città. Venezia, Mestre, Marghera, la terraferma metropolitana, la laguna e le isole. Ogni angolo del nostro territorio è segnato dalle mani di chi lavora. Dai cantieri navali alle aziende tecnologiche, dai mestieri artigiani e professionali al turismo, dalla portualità alla cultura fino all'industria, senza dimenticare nessuno».

Ha proseguito il sindaco: «La nostra economia ha radici profonde e uno sguardo aperto al mondo. Ma sappiamo che oggi il lavoro cambia, e con esso devono cambiare le politiche. Dobbiamo formare i giovani, accompagnare le transizioni ecologiche e digitali, sostenere chi si trova in difficoltà, dare valore a ogni competenza».

Infine: «A tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, ai pensionati che hanno dato una vita intera per costruire il nostro benessere, ai giovani che cercano il loro primo impiego va oggi il mio pensiero e il mio impegno. Lavorare non significa solo guadagnarsi da vivere, significa sentirsi parte, contribuire, lasciare un segno di speranza. Oggi non celebriamo solo il lavoro ma anche il coraggio e la determinazione di chi ogni giorno, silenziosamente, con sacrificio si impegna per raggiungere i propri obiettivi e dare opportunità di realizzazione a quelli degli altri». 

La manifestazione della Cgil a Mira

La giornata del Primo Maggio è iniziata con la manifestazione a Mira. Centinaia di persone hanno partecipato in Piazza IX Martiri davanti al municipio all’iniziativa indetta dalla Cgil

Il segretario generale metropolitano della Cgil Daniele Giordano ha analizzato la situazione del lavoro sul territorio. «Il Primo Maggio serve anche a ribadire che noi chiediamo dignità nel lavoro, ma anche nella vita. Guardiamo i dati Inail del nostro territorio. Gli infortuni sul lavoro sono aumentati del 3,6% solo nell’ultimo anno. Le malattie professionali crescono dell’11%».

Giordano ha attaccato la Regione: «Non si risolvono gli infortuni sul lavoro con obiettivi minimi e ridicoli come quelli contenuti nel piano triennale della Regione». E ancora: «Continuano ad essere numerose le crisi aziendali, la Albany a Mirano come la Speedline a Santa Maria di Sala, per non parlare del distretto del calzaturiero della Riviera che vede un’esplosione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali per gestire una crisi che non sembra avere fine e in cui non si riesce a costruire un sistema di lavoro e di sviluppo diverso».

Federica Costantini tecnico radiologo all'ospedale di Mirano ha messo in luce i problemi nel settore della sanità. Andrea Ciampi lavoratore Coop ha invece illustrato i problemi nel comparto del commercio di medie dimensioni mentre Andrea Zampieri delegato Speedline ha spiegato il difficile periodo che sta attraversando l'azienda di Santa Maria di Sala.

L’iniziativa unitaria Cgil Cisl e Uil al capannone del Petrolchimico 

Nello storico capannone del Petrolchimico  nel pomeriggio, è andata in scena la

celebrazione unitaria  promossa da Cgil, Cisl e Uil di Venezia. Una manifestazione che si è svolta all’insegna dello slogan “Uniti per un lavoro sicuro”. In primo piano il   il tema delle cosiddette morti bianche, ancora troppe, degli infortuni sul lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro, ancora troppo carente. 

Dal segretario della Cgil Daniele Giordano, un appello alla pace nel mondo. Poi, dito puntato contro il governo che taglia fondi destinati alla sicurezza. «Mentre in Europa si discute di salario minimo, qui da noi si boccia ogni proposta di legge. Anzi si continua a incentivare i contratti pirata, a tollerare le finte partite Iva, a precarizzare l’intero mercato del lavoro. E noi lo vediamo qui, nella nostra Venezia, nel nostro Porto, nei cantieri navali, negli alberghi, nei bar, nella logistica, nel turismo stagionale. Lo vediamo nelle cooperative spurie nei falsi subappalti, nei falsi tirocini». 

Stessa lunghezza d’onda del leader della Cisl veneziana, Michele Zanocco: «E se il lavoro è dignità, lavorare non può significare porre a rischio la propria vitaL’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della civiltà, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese. Quotidianamente siamo costretti ad aggiornare il triste contatore delle vittime sul lavoro, e non possiamo rassegnarci ad una logica quasi di assuefazione alle continue notizie di incidenti. Il modo più autentico per onorarne la memoria è attraverso un rinnovato impegno di tutti, senza esclusioni, per un presidio sempre più solido sulla prevenzione».

«I 101 morti del 2023, i 79 del 2024 in Veneto, gli 11 a Venezia, non sono numeri. Sono persone. Sono operai, tecnici, artigiani, marittimi, autisti, addetti del turismo, del commercio, dell’industria. Sono figli, madri, padri. E spesso, dietro a un infortunio, c’è la precarietà, la mancanza di formazione, la corsa al profitto a discapito della sicurezza, l’assenza di controlli»ha detto Giuliano Gargano, coordinatore Uil Venezia «Per questo, il tema della sicurezza non può più essere affrontato solo dopo le tragedie. Deve diventare una priorità assoluta, strutturale, quotidiana».

E ancora: «Serve formazione obbligatoria vera, di qualità. Servono più ispettori. Come Uil, siamo pronti a fare la nostra parte. Serve un impegno comune. Serve che le imprese scelgano la strada della responsabilità. Serve che le istituzioni non lascino soli i territori. Ma serve anche che i lavoratori sappiano di non essere soli. Noi ci siamo»

 

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