Venezia, Palazzo Mandelli in restauro ma non diventerà albergo

VENEZIA. Va in restauro un altro palazzo pubblico sul Canal Grande, ma questa volta - a quanto pare - non per trasformarsi nell’ennesimo grande albergo.
Si tratta di Palazzo Mandelli (già Memmo Martinengo) a San Marcuola, di proprietà dell’Agenzia del Demanio che ha bandito una gara d’appalto - l’importo è relativamente modesto, circa 150 mila euro - finalizzato al miglioramento e adeguamento sismico dell’edificio, al suo efficientamento energetico e al recupero funzionale e restauro.
Il palazzo che ha già ospitato anche la sede dell’Agenzia delle Entrate, negli ultimi anni è stato anche la sede della Corte dei Conti, in attesa che si concludesse il restauro del Palazzo dei Camerlenghi a Rialto e che l’organo di giudizio contabile potesse tornare - come poi è avvenuto - nella sua sede naturale.
Ma ora la Direzione Regionale dell’Agenzia del Demanio la restaura - come è spiegato anche nel bando - per destinarlo a sede di due Amministrazioni dello Stato.
L’edificio - noto anche con il nome completo di Palazzo Memmo Martinengo Mandelli - fu costruito nel Settecento e ristrutturato nel secolo successivo e fu dimora di Andrea Memmo, eletto procuratore di San Marco nel 1775, ma noto soprattutto per la sua amicizia con Giacomo Casanova.
Acquisì anche il nome di Martinengo per il matrimonio della fioglia di Memmo col conte Luigi Martinengo Dalle Palle, che lo ricevette come pagamento di parte dì parte della dote, contribuendo poi a innalzarlo di un piano. Nel palazzo era conservata anche una collezione di cento e più quadri di autori insigni, fra i quali primeggiano Tiziano, Tintoretto, Giorgione, Turchi detto l’Orbetto, il Longhi, il Piazzetta, pittori fiamminghi, e della scuola ferrarese.
La costruzione attuale è perà frutto dell’intervento dei nuovi interventi compiuti alla fine dell’Ottocento dal successivo proprietario, il cavalier Luigi Mandelli, che demolì alcune case vicine e realizzò anche un giardino. Successivamente il palazzo diventò appunto sede di uffici pubblici, come è anche attualmente.
Negli ultimi anni molti uffici pubblici hanno subìto la sorte di essere venduti per avere comunque poi una funzione commerciale o alberghiera. Tra i più recenti la sede delle Poste di Rialto al Fontego dei Tedeschi, trasformato in un grande magazzino del lusso del gruppo Dfs. Ma anche Palazzo Querini Dubois, sempre di proprietà delle Poste, a San Polo, che dovrebbe diventare un albergo. Mentre lo è già diventato la sede del Catasto in Riva del Carbon, di fronte alla sede municipale di Ca’ Farsetti, in cui dovrebbe aprire tra pochi giorni l’hotel Canova, a gestione spagnola. Non è perà quello chedovrebbe succedere a Palazzo Mandelli, in base a quanto dichiarato dallo stesso Demanio. —
Enrico Tantucci
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