Venezia, ottantenne panettiere di Dorsoduro sfrattato assieme alla moglie

VENEZIA. «Quando ero più giovane riuscivo a superare gli ostacoli, ma adesso sono troppo vecchio e vedere come mi stanno distruggendo mi fa davvero male». A 82 anni il veneziano Edgardo Cargnelli pensava di averne viste di cose, ma non si sarebbe mai immaginato di venire sfrattato alla sua età con sua moglie, senza l’aiuto di nessuno. Il signore è conosciuto da tutti in città. Da 67 anni è responsabile infatti del panificio ai piedi del Ponte della Donna Onesta a Dorsoduro, ma in realtà ha iniziato a lavorare a 10 anni e a 15 ha deciso che avrebbe fatto il panetterie. Ha tirato su tre figli, ma la sua famiglia include anche tre dipendenti: «Sono parte integrante della mia vita».
Fino a qualche mese fa Cargnelli si alzava alle 2.30 di notte per andare nel laboratorio sotto casa a fare il pane: «Nessuno può capire quanto è bello fare il pane», racconta, «è un lavoro invidiabile, bisogna provare per rendersene conto. Purtroppo da qualche mese vado in negozio alle 7 perché sono stato operato. Mi hanno tolto la pietra della morte (calcoli, ndr) e i miei figli vogliono che mi riposi».
Questa mattina alle 11 la sua vita potrebbe subire un disastroso cambiamento. Da 40 anni il panettiere abita in un appartamento sopra il laboratorio. Quando la proprietaria è mancata, gli eredi hanno iniziato a restaurare il palazzo per trasformarlo in appartamenti turistici. In tutto l’edificio manca solo il suo locale, l’unico ancora abitato da un residente. «Il comune ha detto che ha una lunga lista», spiega la figlia Nicoletta, «ma come si può non trovare una soluzione per una coppia di ultraottantenni? Mio padre ormai vive in una condizione insopportabile. La sua attività è in crisi, ma non vuole licenziare i dipendenti.
Si alza ancora presto per portare il pane ai suoi clienti, ma per risparmiare non accende il termosifone in casa».
Cargnelli a 15 anni ha iniziato a fare l’apprendista dal panificio di Albonico Armando: «Avrei dovuto cominciare il lavoro alle 6», ricorda, «ma siccome mi piaceva tantissimo andavo ogni giorno alle 4 per imparare. Quando impari a fare il pane non puoi farne a meno».
Da qualche tempo però la gioia di essere riuscito con tanti sacrifici a imparare un mestiere, ad aprire una propria attività e a non far mancare nulla ai suoi figli è sparita, lasciando il posto a una preoccupazione continua.
«Non è giusto che ci siano queste leggi», ha detto con voce rotta e carica di emozione, «l’avvocato mi aiuta moltissimo, ma chi si occupa di queste cose deve venire a vedere come vive la gente. Una volta i giovani aiutavano i vecchi, oggi non è più così. Ci mandano via, senza che importi nulla a nessuno».
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