Venezia, oltre 2.300 no alla vendita di Ca’ Soranzo

VENEZIA. Sono state già raccolte oltre 2300 firme - con una petizione on line lanciata sul sito www.change.org - per fermare la vendita di Palazzo Soranzo a Murano. Fino allo scorso anno sede della scuola elementare Ugo Foscolo dell’isola, ora svuotato, è stato messo sul mercato dal Comune - inserito nel nuovo piano delle alienazioni immobiliari del 2018 - a un prezzo di circa 3 milioni e 250 mila per farlo diventare, con ogni probabilità, un nuovo albergo, come avviene a Venezia e ora anche sull’isola, dove l’apertura di nuovi hotel sembra direttamente proporzionale a quelle di fornaci e vetrerie, per la crisi del vetro.
La petizione sarà poi consegnata al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. A proporla è stato un docente di Ca’ Foscari, il professor Antonio Trampus, ordinario di Storia moderna nell’ateneo veneziano, che, nonostante le origini triestine, da oltre vent’anni vive a Murano con la sua famiglia.
«Non si tratta di un immobile qualsiasi» spiega il professor Trampus «e non è questione di alberghi o non alberghi: sul retro del palazzo esistono (non interessate dall’alienazione), le palestre delle società sportive di basket e pallavolo, le sedi della società Judo, i locali che ospitano i corsi di balletto classico per le bambine, la palestra per gli esercizi libera degli adulti. Tutte attività racchiuse in spazi molto piccoli, dove d’estate e soprattutto d’inverno le mamme e i nonni dei bambini, spesso accompagnati da quelli più piccoli, sono costrette a stare in attesa per ore nei corridoi o al freddo all’aperto. Abbiamo quindi bisogno di spazi, e proprio lì, per avere una struttura polifunzionale al coperto, in sinergia con le attività sportive, con la biblioteca, e con la possibilità di aprire una ludoteca per i bambini e occasioni di ritrovo per le famiglie e per gli anziani. Non si tratta di un immobile abbandonato, ma di un palazzo destinato alla collettività sino ad oggi che vorremmo continuare ad utilizzare».
E aggiunge ancora: «Questa petizione è nata su mia iniziativa in maniera del tutto spontanea: insegnando nell’università sono particolarmente sensibile ai problemi dell’educazione e ho tre figli piccoli nati a Venezia che crescono in questo contesto. Non c’è quindi alle spalle alcun colore politico, né ci sono spinte esterne o istituzionali. Questa è anche la forza di questa mobilitazione, nella quale le persone si riconoscono indipendentemente dagli schieramenti».
«La cittadinanza chiede che rimanga invece all’uso pubblico» si legge nella petizione indirizzata a Brugnaro «perché il ricavo dalla vendita sarebbe inferiore al danno che gli abitanti sarebbero destinati a subire. E si potrebbe finalmente dare maggiore spazio alle vicine attività ginniche per i nostri ragazzi, offrire un luogo di intrattenimento e di socialità per i nostri anziani, creare una ludoteca per i nostri bambini».
Martedì il Consiglio di Municipalità di Venezia e Murano - che ha già dato parere negativo alla Variazione di bilancio che contiene anche la modifica al piano delle alienazioni che mette in vendita anche Palazzo Soranzo - si esprimerà proprio su come cercare di salvare lo storico edificio.
«La vendita della scuola elementare suona simbolicamente come una condanna a morte di un territorio: non ci sono più bambini, ma non importa, non ce ne saranno più. Avremo un altro bell’albergo», hanno già dichiarato il presidente della Municipalità veneziana Giovanni Andrea Martini e il delegato di Murano Riccardo Stellon.
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