Venezia piange Alvise Vatova, bassista barricadero

Il 57enne era ricoverato da settimane all’Ospedale Civile. Aveva suonato nei mody brusky e recitato nel Frullatorio

Maria Ducoli
Alvise Vatova "Brusko", cantante e bassista
Alvise Vatova "Brusko", cantante e bassista

Il suo tatuaggio recitava “Sono un burbero con il cuore tenero” e lo incarnava alla perfezione. Alle prime luci del mattino, lunedì 3 novembre, all’ospedale Civile di Venezia - dov’era ricoverato da tre settimane -, è morto Alvise Vatova, 57enne residente agli Ormesini. Barricadero, in prima linea per la salvaguardia della sua città, Vatova ha fatto la storia della musica punk veneziana degli anni ’80. Era stato il bassista dei “Molotov!”, storico complesso simbolo della cultura underground di quegli anni, che aveva organizzato una maratona di cinque giorni di concerti a Sant’Elena, trasformando i giardini in una piccola Woodstock veneziana.

Vatova ha suonato a lungo nella band “mody brusky”, tanto da essere conosciuto da tutti come Alvise “Brusko”. Eppure, i suoi amici raccontano che di brusco, non aveva proprio niente. «Era generosissimo», racconta uno in lacrime, «aveva sempre la battuta pronta e non si tirava mai indietro davanti alle sfide». Dopo la band, aveva cantato anche nel “Coro delle lamentele”, continuando così a portare avanti la sua passione per la musica.

Vatova era stato in prima linea nelle mobilitazioni contro il passaggio delle grandi navi in laguna, non aveva perso un solo corteo acqueo, credendo fermamente nella necessità di salvare la sua Venezia dai pericoli connessi alla presenza dei giganti del mare in un ecosistema così fragile. Aveva la passione per la barca a remi, che per lui non era uno sport ma un vero e proprio stile di vita, un modo di vivere la laguna.

Ed era proprio questo ad essergli mancato, nei dieci anni in cui aveva vissuto a Mestre: la socialità di Venezia. Le persone che lo salutavano in calle, mentre rientrava dal suo lavoro al bar in riva degli Schiavoni, poi da Veritas, le tappe al bacaro sotto casa. Così, era rientrato nella sua Cannaregio. Qui era conosciutissimo anche per i suoi video con il Frullatorio, lo show di satira dal vivo fondato nel 2015.

«Aveva fatto il primo video con noi circa sette anni fa», ricorda David Angeli, «era una parodia di Pennacchi che prendeva in giro i meridionali. Nel video lui faceva lo stesso con i mestrini, e si era anche arrabbiato perché gli avevamo dato il copione il giorno prima», sorride, «da quel momento abbiamo iniziato a collaborare». La data dei funerali dev’essere ancora fissata. Vatova lascia la compagna e il figlio Juri.

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