Venezia: muore il barbiere Giorgio Vio, stroncato da un infarto a 58 anni

E’ stato colto da un infarto e non c’è stato più nulla da fare. Nell’ultimo periodo, il lavoro a Santa Croce era calato e apriva il negozio solo su prenotazione, ma era comunque un punto di riferimento nella zona

Maria Ducoli
Giorgio Vio
Giorgio Vio

È morto in silenzio, all’improvviso, ma il suo nome e il suo ricordo sono rimbalzati da una calle all’altra, da un profilo social all’altro. Venezia piange Giorgio Vio, barbiere conosciutissimo in lista Vecchia dei Bari, dove aveva il negozio. Vio, 58enne, viveva a Castello, ma la sua famiglia era originaria di Murano e, nel tempo, aveva sempre mantenuto i contatti e le amicizie con l’isola.

Lo scorso venerdì sera è stato colto da un infarto e non c’è stato più nulla da fare. Nell’ultimo periodo, il lavoro a Santa Croce era calato e apriva il negozio solo su prenotazione, ma era comunque un punto di riferimento nella zona. E sono stati tanti i clienti che, davanti alla notizia della sua morte, lo hanno ricordato sui social.

«Un pilastro storico della nostra comunità, una persona che ci ha sempre supportato e voluto bene», ha scritto l’associazione culturale About, che ha sede proprio vicino al suo negozio, «Una presenza abituale il giovedì quando, chiusa la bottega, passava a salutare e a prendere una birra piccola che diventavano immediatamente due, per continuare a stare in compagnia e a prolungare le chiacchiere fino al battello successivo».

«Un barbiere alla vecchia maniera, simpatico, chiacchierone e pieno di aneddoti. Un veneziano vero», ha commentato l’edicolante delle Guglie, Massimo Bonacin che ricorda come il padre di Giorgio avesse il negozio proprio in quella zona, «ma quando sono arrivato io, 25 anni fa, si erano già trasferiti».

Chi l’ha conosciuto, lo ricorda come una persona empatica, piena di vita e di allegria, che cercava di trasmettere ai clienti raccontando loro storielle di vicinato, fatti di cuore, ma anche la paura per l’operazione ai polmoni di qualche annetto fa, le mascalzonate in discoteca, la casa in montagna.

«L’ho conosciuto da bambino, quando andavo con mio papà a tagliare i capelli nel negozio alle Guglie», ricorda Alvise Ferialdi, un altro cliente storico, «era timido, silenzioso ma un gran lavoratore dote che gli è rimasta assieme alla generosità: se poteva aiutare qualcuno, lo faceva».

Con gli anni, Vio era diventato un amico per Ferialdi. «Era rimasto il barbiere tradizionale ma odiava fare le barbe “me va via massa tempo”, diceva, un po’alla Fonzie con la scorza dura ma poi si scioglieva. Sapeva farci soprattutto con i bambini di solito clienti molto irrequieti tanto da chiedere la cortesia di cedergli il turno con grande soddisfazione delle mamme». Vio lascia i genitori e un figlio. I funerali saranno domani mattina alle 11, nella chiesa di San Francesco della Vigna.

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