Anziana derubata in Frezzeria a Venezia: le negozianti rincorrono i ladri
Le titolari di Jade Martin braccano gli scippatori, che spruzzano il peperoncino. «Lo rifaremmo altre cento volte, purtroppo sono le leggi che vanno cambiate»

Nel far west dei borseggiatori che è diventato il centro storico veneziano, ieri, 31 maggio, le titolari di Jade Martin, il noto negozio di intimo in Frezzeria, hanno rincorso due borseggiatori grandi e grossi, che in tutta risposta gli hanno spruzzato dietro lo spray al peperoncino, riuscendo a colpire una delle due donne a un occhio, di striscio.
Ma nonostante ciò le titolari sono pronte a rifarlo: «Gli correremmo dietro altre cento volte se fosse necessario», spiegano rispondendo dal negozio «Anche se ci hanno detto che abbiamo rischiato grosso».
Ma andiamo con ordine. Attorno all’ora di pranzo, consueto parapiglia, urla, negozianti che escono dalle attività per soccorrere un'anziana di 80 anni, originaria degli Stati Uniti, che si era ritrovata senza portafogli e chiedeva aiuto. Nel momento esatto in cui i negozianti escono per capire cosa sta accadendo, altro borseggio, subito sventato da un cittadino. Qualcuno li indica, sono più d’uno.
Le titolari del negozio escono di corsa e si danno all’inseguimento: «Li abbiamo rincorsi urlando improperi.
A un certo punto hanno spruzzato lo spray, mia sorella è riuscita a scansarlo, come in una scena di Matrix, l’ha presa solo lievemente a un occhio». I borseggiatori sono fuggiti, ma grazie alla rete dei cittadini e al tam-tam social sono stati identificati, perché le chiamate a polizia e carabinieri erano partite subito.
Un uomo ha ritrovato il portafoglio a due passi, alleggerito di 600 euro, lanciato dagli scippatori in fuga in una calle. «Ci hanno ringraziato moltissimo, almeno hanno ritrovato i documenti.
Lo rifarei solo per questo. L’anziana statunitense ci ha raccontato che era il viaggio della vita, con l'amica. La ammiro, perché nonostante tutto era contenta di avere ritrovato almeno i documenti e non aveva perso l’ottimismo.
Purtroppo noi qui ci aiutiamo, ma le leggi vanno cambiate altrimenti non se ne esce. Spero che non ci abbiano visto in volto, perché sono pericolosi». Precisa la titolare: «Per prima cosa bisognerebbe bloccare i gruppi da 25-50 persone, perché i borseggiatori hanno gioco facile e lo spazio è troppo ridotto per così tante persone».
E sempre ieri, sono stati sventati dei furti a San Lio. I Veneziani non distratti hanno segnalato borseggiatori a Rialto, in Stazione, al ponte della Paglia, nella zona della Pietà. «Ho sventato un borseggio sul ponte della Paglia» racconta un Cittadino non distratto «delle ragazzine stavano derubando una giapponese. Venerdì invece ho fermato una borseggiatrice che aveva portato via il portafoglio a una cinese. Sono troppi, siamo allo sbando». «È una guerra contro i mulini a vento» incalza lady Pickpocket, Monica Poli, «bisogna cambiare la legge e fare in modo che le forze dell'ordine possano tornare ad agire. Il ministro Nordio deve prendere posizione». Chiude: «Si usi il contributo d’accesso per assumere nuovo personale: guardie e vigilantes».
Rincara Tommaso Secchi di Venessia.com: «Il problema è arrivato a livelli stratosferici, ma sono le leggi che vanno cambiate. Non si può più aspettare, il Parlamento deve fare qualche cosa: Venezia non può attendere ancora. È già tardi».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia