Superjet, appello a Meloni: «Subito il prestito ponte per salvare azienda e posti di lavoro»
Partecipata assemblea a Tessera davanti ai cancelli dell’azienda: 110 lavoratori, politici e sindacati. C’è tempo fino al 31 luglio, dopodiché i soci saranno costretti ad avviare il processo di liquidazione

Superjet, non c'è tempo da perdere. Partecipata l'assemblea di oggi, giovedì 17 luglio mattina, davanti ai cancelli dell'azienda di Tessera. Presenti i 110 lavoratori che rischiano il posto di lavoro e anche una delegazione dei colleghi di Leonardo.
C'erano le organizzazioni sindacali con in prima fila Cgil,Cisl e Uil e le categorie. Alta anche la partecipazione della politica locale. Dall'assessore alla coesione sociale del Comune Simone Venturini al senatore del Partito Democratico, Andrea Martella, assieme ai consiglieri comunali Sambo, Rosteghin e alla consigliera di Fi, Deborah Onisto. Unanime la vicinanza ai lavoratori e all'azienda, attiva dal 2006, un'eccellenza industriale di alte professionalità e indubbie competenze del settore aeronautico a Venezia.

Tre anni di attesa
Da tre anni l'azienda vive una situazione di fortissima empasse dopo il sequestro delle quote della compagine russa (conseguenza della guerra e delle sanzioni contro il governo di Putin) oggi conferite al Demanio. Bocciato dal Comitato di sicurezza finanziaria il progetto del rilancio, proposto dal potenziale investitore, il fondo emiratino Mark AB Capital Investment.

Il termine del 31 luglio
Tutti d'accordo sul fatto che il governo Meloni debba intervenire subito: serve il prestito ponte dal Demanio richiesto dal cda di Superjet, una iniezione finanziaria che consentirebbe di reggere ancora in attesa dello sblocco della vicenda. Altrimenti, spiega il cda, dopo il 31 luglio, «i soci saranno costretti ad avviare il processo di liquidazione, con conseguente significativa riduzione del valore degli attuali asset aziendali pari a circa 250 milioni di euro, la perdita di un investimento strategico del valore di circa 500 milioni e una mancata opportunità di incremento della forza lavoro che porterà ad impiegare complessivamente oltre 1.400 persone in Italia, incluso l’indotto, e circa 800 negli Emirati Arabi Uniti».
Sindacati e lavoratori non intendono rimanere a guardare: dopo il presidio e l'assemblea di stamani, si organizza una manifestazione a Roma sotto i ministeri delle imprese e dell'Economia.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia