Venezia, esercitazione antiterrorismo dei reparti speciali dei carabinieri
Le Squadra operative di supporto di Mestre hanno simulato un attacco terroristico in centro storico. Ecco le fasi

Gli uomini delle Squadre operative di supporto all'interno della scuola navale Morosini a Sant'Elena
VENEZIA. Esercitazione antiterrorismo a Venezia dei carabinieri. Test per le Squadre operative di supporto (Sos). Nel pomeriggio di mercoledì 11 dicembre, trenta carabinieri del Squadre operative di supporto (s.o.s.) del 4° Battaglione carabinieri “Veneto”, con il concorso di militari del comando provinciale carabinieri di Venezia, hanno dato vita ad una esercitazione antiterrorismo predisposta per testare le capacità tecnico-operative dei particolari assetti impiegati quotidianamente nell’area lagunare di Venezia. L’azione ha visto anche il supporto aereo fornito da elicotteri del nucleo elicotteri carabinieri di Belluno.
L’esercitazione si è svolta all’interno della scuola navale militare “Francesco Morosini” di Venezia dove la particolare struttura ha consentito di ricreare ambienti tipici del centro storico lagunare con approdi, aree ampie simili ad una piazza, campi/campielli e vie di accesso molto ristrette riproducenti le calli.
Obiettivo principale è stato quello di verificare le capacità d’interazione operativa e coordinamento tattico delle Squadre operative di supporto e dei vari assetti del Pronto intervento del comando provinciale (tramite 112) per la gestione e la risoluzione di situazioni di criticità connesse con azioni/attacchi di natura terroristica/criminale in una zona caratterizzata da un’orografia unica al mondo.
Le fasi cruciali dello scenario esercitativo sono state: 1) azione terroristica di un gruppo armato in un’ipotetica piazza con utilizzo di armi da fuoco e successivo “barricamento” all’interno della struttura; 2) gestione delle chiamate al “Numero unico emergenze 112” del comando provinciale carabinieri di Venezia, con invio sul posto degli equipaggi del Pronto intervento; 3)cinturazione dell’area interessata; 4)attivazione e dispiegamento nella zona d’operazioni dei team delle Squadre operative di supporto; 5)neutralizzazione degli assalitori - secondo gli standard operativi previsti - e successiva bonifica e messa in sicurezza degli ambienti interessati.
L’esercitazione è stata organizzata in base a precisi programmi addestrativi che il personale delle Sos deve seguire costantemente, per garantire un elevato standard operativo.
Per fare un esempio, le Sos dei carabinieri del 4° Battaglione di Venezia – Mestre, create per affrontare situazioni ad alto rischio, solo negli ultimi mesi sono state chiamate ad intervenire nel Nord-Est in numerose operazioni di estrema pericolosità (arresto di pericolosi ricercati in operazioni di polizia giudiziaria, irruzioni in abitazioni di persone barricate, ecc….).
A ciò si aggiunge la quotidiana attività di prevenzione antiterrorismo e criminale in genere svolta, sul territorio in relazione alle esigenze, con pattuglie continue.
Le Sos sono nate pochi anni fa. A seguito dell’attentato di “Charlie Hebdo” in Francia, l’Arma dei carabinieri ha immediatamente iniziato a porre in essere delle contromisure rispetto alla nuova tipologia di minaccia terroristica/criminale.
È stata, infatti, fin da subito chiara la necessità di procedere ad una revisione dell’addestramento e delle dotazioni di specifiche aliquote di personale dell’Arma dei carabinieri per renderle idonee a fronteggiare con rapidità e risolutezza una minaccia così impegnativa.
In tale ottica le Squadre operative di supporto rispondono all’esigenza di disporre di unità di rinforzo mobili, rapidamente dispiegabili sul territorio, capaci di rafforzare i dispositivi antiterrorismo locali ovvero di impedire eventi criminali di particolare efferatezza.
Per quanto riguarda le dotazioni e i protocolli addestrativi, il personale che viene inquadrato nelle Sos è volontario e svolge uno specifico corso di formazione di alcune settimane presso il Centro addestramento di Livorno.
Il piano di formazione è direttamente coordinato da istruttori del Gruppo intervento speciale (Gis) e prevede specifiche nozioni di combattimento corpo a corpo, pronto soccorso operativo, combattimento in ambiente urbano, addestramento al tiro statico e dinamico, simulazioni di operazioni “counter-IED” e “active shooter”. La supervisione del personale del Gis garantisce quell’amalgama indispensabile tra il personale delle Sos e gli incursori dell’Arma dei carabinieri in termini di procedure operative e coordinamento tattico. Al termine della formazione, il personale è considerato pronto all’impiego e, al fine di mantenere la qualifica raggiunta, svolge una intesa attività addestrativa periodica.
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