«Chi investe qui rischia la galera», bufera su Brugnaro. Il Pd: «Vergogna»

Le parole di Brugnaro durante il consiglio metropolitano incendiano la politica. I fucsia: «Non si riferiva a se stesso»

Mitia Chiarin
Il sindaco di Venezia Brugnaro
Il sindaco di Venezia Brugnaro

«Un imprenditore che qui vuole investire rischia la galera». Nuova bufera politica sulle parole del sindaco Luigi Brugnaro durante il Consiglio metropolitano, dopo il voto di una mozione di sostegno ai lavoratori della Metro.

Le riporta, polemica, la segretaria Pd Monica Sambo che dedica un video per contestare «l’ennesimo sproloquio del primo cittadino che ha attaccato», dice, «anche i pacifisti e la flottilla, che porta aiuti umanitari a Gaza. Noi riteniamo che questo atteggiamento, questo modo di vivere le istituzioni, sia sbagliato e vergognoso. Il sindaco si scusi. Gli ricordiamo che gli imprenditori che si comportano correttamente, così come i cittadini, non rischiano la galera».

Lo staff del sindaco non conferma le parole del sindaco e il video della seduta, in streaming, non è ancora stato caricato sul sito Youtube della Città metropolitana. Ma si ricorda che non è il sindaco in campagna elettorale. Il suo mandato sta per scadere.

La maggioranza di centrodestra getta acqua sul fuoco polemico della esponente Pd, in corsa, lei, per le regionali. Dalla vicepresidente, la sindaca di Musile, Silvia Susanna, fino al consigliere fucsia Matteo Senno, è un coro di precisazioni: le parole del sindaco intendevano solo evidenziare che gli investitori che arrivano in città vanno sostenuti.

Non osteggiati a prescindere. Non c’entrano le vicende giudiziarie del primo cittadino nella inchiesta Palude, ma piuttosto il clima di contestazione continua in città. Il famoso “partito del No”.

Brugnaro ne parla anche al museo M9 davanti al ministro Urso: «Siamo capaci di dire sì agli imprenditori che fanno nuove imprese?», spiega Brugnaro. «I lavoratori vanno tutelati senza alcun dubbio. Ma il problema vero è: siamo capaci di accelerare la attrazione di investimenti? È una provocazione, certo».

E continua, ricordando che anche Venezia è un brand, un marchio da tutelare nel mondo. «Dietro i marchi ci sono persone. Una volta erano omaggiati come eroi gli imprenditori. Oggi ci sono ancora o sono solo speculatori? A furia di creare animosità, paure e conflitti, questi chiudono. E chiudo io questa volta», dice il sindaco.

«Abbiamo chiamato uno degli uomini più ricchi del mondo a sposarsi a Venezia, Bezos, e questi matti scatenati hanno manifestato contro. Ero pronto a chiedergli di investire su Porto Marghera. Ha portato 30 milion di indotto e donato 3 milioni alla città». E ancora: «La Flotilla? Sono coraggiosi sognatori. Siamo tutti d’accordo con loro. Ma il mio è un appello: Tornate indietro, state attenti ad accendere focolai perché lì è un teatro di guerra».

La polemica sulle parole del sindaco mette in secondo piano le novità dalla Città metropolitana. Ma la campagna elettorale è partita.

Approvato il Bilancio consolidato 2024. Variazione al Dup da 15,2 milioni di euro per costruire tre nuove palestre scolastiche (a Mestre per Morin e Gramsci, a Venezia e a Portogruaro) e un nuovo polo logistico per la Protezione civile.

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