Venezia, borseggi e furti: fermati in duecento ma in cella solo quattro

A Venezia esplode l’emergenza borseggi e furti: le forze dell’ordine denunciano le difficoltà operative dopo la legge Cartabia che limita gli arresti per reati minori. Nei negozi e nelle abitazioni i cartelli: «Non c’è niente da rubare»

Giacomo Costa
Venezia, borseggi e furti: forze dell’ordine in difficoltà dopo la legge Cartabia
Venezia, borseggi e furti: forze dell’ordine in difficoltà dopo la legge Cartabia

Una guerra combattuta con le armi spuntate, ma che va portata avanti comunque. Le forze dell’ordine veneziane lottano contro la criminalità a forza di fermi e poi di daspo, di fogli di via, di provvedimenti alternativi, cercando così di compensare quel buco apertosi nelle procedure da quando la legge Cartabia ha tolto loro la possibilità di procedere d’ufficio contro un lungo elenco di reati “minori”.

Oggi, per far finire in cella un borseggiatore, serve la denuncia del derubato: ma questo è sempre un turista, e se anche lo straniero di turno si prende la briga di sporgere querela è impossibile che si ripresenti in tribunale per l’udienza numero due, quella a distanza di sessanta giorni, dopo la richiesta dei termini a difesa di qualsiasi legale d’ufficio. È successo di recente con l’americano a cui è stato portato via un Rolex da 20 mila euro e, chissà, forse anche ai Bezos, a cui potrebbero aver fatto sparire un vestito.

Con l’esplosione della bella stagione la guerra tra veneziani e tagliaborse entra nel suo periodo più teso, e certo la recente scoperta della complicità di qualche bottega storica negli affari dei delinquenti non ha aiutato. Dall’inizio dell’anno i carabinieri parlano di almeno 84 criminali bloccati, la polizia locale ne ha fermati oltre 100 - di media uno ogni due giorni - e solo quattro sono rimasti in cella, perché avevano aggredito le loro vittime, passando dal furto alla rapina. Tanto è difficile tradurre quegli arresti in pene reali che, ormai, i pubblici ministeri di turno faticano persino a dare la convalida.

Ci sono tagliaborse minorenni - anche sotto i 14 anni, neppure imputabili - ci sono le donne in gravidanza, ma grazie alla legge Cartabia anche queste vecchie strategie per evitare la prigione non servono più e in città si moltiplicano gli uomini e le borseggiatrici di comprovata esperienza. Ai binari dei treni i sorveglianti privati scuotono la testa quando si chiede loro dei varchi: «Hanno messo i cordoni di sicurezza, si passa solo con il biglietto, è vero. Ma quanto costa un viaggio da qui a Mestre? Senza contare che noi non siamo controllori, non possiamo verificare la validità del titolo di viaggio». Insomma, al ladro di turno basta pagare tre euro e magari ci tira avanti pure una settimana.

Sui furti nelle case e nelle botteghe, invece, nei giorni scorsi è stato segnato un punto importante, chiudendo finalmente a Santa Maria Maggiore uno dei veneziani più attivi: soprannominato “cavalletta” per la sua propensione a saltare dentro e fuori dalle finestre, che spaccava a calci, è stato arrestato cinque giorni fa con il bottino sottobraccio, accumulato in una giornata di scassi e intrusioni. Intanto, comunque, i negozianti di Rialto avevano copiato l’idea dei residenti di Santa Marta, anche dietro ruga degli Oresi, sul vetro di un ristorante, è apparso un cartello che assicurava: «Qui non c’è più niente da rubare».

E le vetrine del ponte di Rialto si dicono pronte al prossimo assalto: «Mi hanno rubato il lucchetto della saracinesca, poco fa», raccontava un’esercente a metà mattinata, «Mi sa che vogliono provare a entrare, stasera». Una gioielleria ha finito per allarmare ogni singolo scaffale, dopo un brutto episodio di qualche tempo fa: «Hanno spruzzato qualcosa addosso a chi era al bancone, poi si sono portati via 20 mila euro di ori. Adesso suona tutto anche solo a guardarlo male».

Infine ci sono gli ambulanti abusivi, chi con le lenzuola bianche per vendere borse, chi con un mazzo di rose sotto il campanile: solamente nell’ultimo mese la Locale ne ha intercettati due al giorno, sequestrando centinaia di prodotti. Ma gli agenti del Tronchetto sono in prima linea soprattutto contro i borseggi, appunto: il nucleo specializzato era attivo anche ieri sera, a caccia della banda che prende di mira gli autobus di piazzale Roma. —

 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia