Vendita del San Camillo La Fondazione non si presenta al tavolo

L’incontro era previsto per ieri nella sede dell’Ispettorato del lavoro, ma i due soggetti coinvolti nella vendita dell’ospedale San Camillo del Lido non si sono presentati.
Da Villa Salus (parte acquirente) hanno chiesto in rinvio mentre la Fondazione Opera San Camillo (proprietaria dell’ospedale) ha inviato una lettera al direttore dell’Ispettorato del lavoro, spiegando di non avere nulla da dire. Una lettera che non deve aver convinto il direttore tanto che, per l’inizio di giugno, ha riconvocato di nuovo tutte le parti, compresa la Fondazione dei Camilliani. Nella sua lettera, l’amministratore delegato, Andrea Pantò, spiega che la Fondazione «non ritiene di dover partecipare all’incontro» non essendoci particolari novità da comunicare, rispetto a quanto fatto nei precedenti incontri. «In data 27 febbraio 2019, nonostante le trattative sulla cessione delle strutture veneziane fossero ancora in corso, la Fondazione riteneva opportuno incontrare, a seguito di specifica richiesta; le organizzazioni sindacali al fine di fornire informative in merito al percorso di cessione intrapreso», scrive Pantò, «durante l’incontro venivano ampiamente informati i sindacati in merito alle prospettive di crescita delle strutture del Lido e fornite rassicurazioni in merito alle ricadute occupazionali.
«Ciononostante, in data 10 aprile sempre le organizzazioni sindacali richiedevano un ulteriore incontro urgente che la Fondazione, in questa occasione, rifiutava, esponendo le motivazioni in una nota inviata il 12 aprile. In particolare, Fondazione confermava formalmente quanto già rappresentato nel corso dell’incontro del 27 febbraio, rappresentando come non vi fossero ulteriori significative novità ovvero accordi formali che implicassero l’avvio delle procedure sindacali previste dalla normativa in tema di trasferimento di ramo di azienda». Sempre a fine febbraio la Fondazione aveva spiegato di «essere fiduciosa di risolvere ogni criticità preliminare ad una conclusione della trattativa nell’arco di tre mesi». E proprio perché tre mesi sono ormai quasi trascorsi che le organizzazioni sindacali sono tornate a chiedere chiarimenti sul percorso di vendita dell’ospedale che, secondo alcune fonti, avrebbe di nuovo subìto un rallentamento. Ieri, al contrario di quanto previsto, non ci sono stati ulteriori chiarimenti - in particolare sulle sorti del personale - ma la responsabile dell’ispettorato ha riconvocato tutte le parti per il prossimo 6 giugno. «Se così ha fatto», spiegano i rappresentanti sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, «vuol dire che qualche elemento da chiarire su quanto sta accadendo c’è». —
Francesco Furlan
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