Vendevano auto di lusso, ma era un truffa: arrestata coppia di imprenditori veneziani

Ai domiciliari Alberto Vallese e Roberto De Masi, di 52 anni: gli acconti dei clienti, 700 mila euro, erano finiti in Croazia

CHIOGGIA. Truffa e riciclaggio, arrestate le menti del raggiro della concessionaria “Ok Auto” di Chioggia. Gli imprenditori della truffa, residenti a Jesolo, sono Alberto Vallese, 52 anni e il coetaneo Roberto De Masi. Entrambi con precedenti per truffa e reati contro il patrimonio.

Finanzieri del Nucleo Provinciale di polizia Tributaria e carabinieri di Chioggia, sono arrivati a loro dopo l’arresto di Salvatore Angelica, la “testa d’uovo” della truffa, avvenuto a fine febbraio, quando scoppia il caso dei clienti della concessionaria che si ritrovano senza auto nonostante il pagamento di decine di migliaia di euro. I due arrestati ieri sono finiti ai domiciliari.

Sono stati sequestrati 408 mila euro dei 700 mila a cui ammonterebbe la truffa. Soldi trovati in conti correnti di banche croate e intestati a prestanome ma riconducibili ai due.

Le indagini erano iniziate l'anno scorso con una cinquantina di denunce presentate dai clienti del concessionario dove di Chioggia che apparentemente era intestato a Salvatore Angelica, un nullatenente, nullafacente e senza nemmeno una casa.

Personaggio di origini palermitane con vari precedenti per reati contro il patrimonio. In sostanza nella sua vita si è prestato per essere usato come prestanome per raggiri vari. L’attività aveva chiuso i battenti da un giorno all’altro e le vittime, che avevano versato gli acconti per l’acquisto di auto di lusso, si erano ritrovate senza nulla in mano. Dopo alcuni mesi gli investigatori erano arrivati a incastrare e denunciare 15 persone per truffa e riciclaggio, avevano eseguito sei obblighi di dimora e sequestrato circa 600 mila euro.

A quel punto il palermitano decide di collaborare subito con i carabinieri e poi con la Guardia di Finanza che viene incaricata dal pm Patrizia Ciccarese delle indagini patrimoniali. Anche perché lui viene pagato mille euro al mese per fare il prestanome mentre chi aveva ideato la truffa aveva i conti con centinaia di migliaia di euro.

E fa i nomi di chi sta al vertice. Le indagini successive confermano il ruolo di Alberto Vallese, che già - pur non indagato - era già finito nelle intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sui Casalesi di Eraclea. È lui che propone ad Angelica di aprire una società in Croazia dietro a un compenso di mille euro.

La guardia di finanza ha scoperto che i conti di questa azienda erano in realtà gestiti da Roberto De Masi anche se intestati a prestanomi. Conti che erano serviti a trasferire 388 mila euro, provento di otto truffe ai danni dei clienti del concessionario avvenute in tre settimane tra settembre e ottobre 2018. La somma poi era stata prelevata dai conti in parte da De Masi e in parte dalla moglie di Vallese. Altri 20 mila euro sono stati trovati su un conto corrente intestato ad una ditta con sede nel padovano. Pure questa prestanome. Le indagini hanno consentito il sequestro preventivo anche di otto auto di lusso. —


 

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