Vecchi cippi della Miranese, una storia

MIRANO. Amante della viabilità storica scrive alla Sovrintendenza per chiedere di tutelare le pietre miliari che indicavano la vecchia via Miranese. E in pratica riscopre quei cippi che nessuno ormai quasi notava più.
«Serve un restauro», dice Francesco Boato, miranese. Si tratta di tre vecchi cippi chilometrici in pietra, d’inizi del Novecento,lungo il ciglio sud della “Miranese”, uno a Spinea, gli altri due a Mirano: ormai in stato di abbandono e mal conservati, soprattutto i primi due. «Questi cippi sono gli ultimi rimasti di una serie di pietre miliari che da decenni segnalano la distanza dalle città di Padova e di Mestre», spiega Boato, «quello situato a Spinea in località “Graspo d’Uva”, pochi metri prima del cavalcavia, provenendo da Mestre è stato spostato forse ai tempi delle grandi urbanizzazioni del quartiere e posto in una stradina laterale, via Giorgione. Il cippo intermedio è in via Vittoria a Mirano, in un’aiuola a ovest dell’incrocio con via Villafranca. L’ultimo dei cippi si trova lungo via Cavin di Sala a pochi metri dal confine con Santa Maria di Sala. È l’unico ancora in buono stato».
Boato chiede che vengano recuperati e restaurati e quello di Spinea ricollocato nella sua posizione originaria: «La provinciale Miranese ha sempre rappresentato la storica via fra Mestre e Padova, soprattutto all’epoca in cui non esisteva l’autostrada. Questi cippi sono una preziosa testimonianza storica del territorio mestrino, miranese e padovano e meritano di essere tutelati».
Filippo De Gaspari
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