Valzer di negozi all’ombra di Zara

Brunetta (Confesercenti): «Un forte segno di vitalità ma è sempre meglio l’imprenditoria locale»
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.09.2017.- Prossima apertura ZARA, Bacino Orseolo.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.09.2017.- Prossima apertura ZARA, Bacino Orseolo.
Negozi che chiudono, nuovi brand che premono per aprire, contratti di locazione che passano da un marchio all’altro a tambur battente, come se tutto si dovesse compiere tra Bacino Orseolo e la Frezzeria, all’ombra del mega store di Zara che, con i suoi 3 mila metri quadrati distribuiti sui quattro piano nell’ex Pilsen che apriranno prima di Natale, sta modificando il tessuto commerciale dell’intera zona.


Nell’arco di poche settimane, hanno chiuso la boutique Kiton in Bocca di Piazza, il negozio di vetri che aveva preso il posto della storica agenzia di viaggio Guetta, il punto vendita Intimissimi e, qualche mese fa, il negozio di scarpe Pazolini. Nel valzer delle saracinesche di lusso, intanto, la boutique Hermès ha traslocato di fronte all’hotel Bonvecchiati con una serie di vetrine “animate” che sono piccoli capolavori, in attesa del restauro del palazzo che dovrebbe durare diversi mesi.


In arrivo, il maestro delle scarpe dal tacco assassino Jimmy Choo e, come pare possibile, il marchio Stone Island, più veloci degli altri a prendersi una vetrina nel nuovo triangolo della moda, a due passi da Piazza San Marco e a due da San Moisè.


«I cambi veloci, con relative aperture e chiusure, sono un segno positivo, una dimostrazione di vitalità», spiega Piergiovanni Brunetta della Confesercenti, «l’importante è che determinati spazi non restino chiusi per troppo tempo, come ad esempio sta accadendo nelle Mercerie, che ultimamente sono state un po’ svalorizzate».


Gli affitti a volte esagerati o l’interesse ad aprire altrove possono modificare il volto commerciale di intere zone, come è stato - sebbene non con l’evidenza annunciata - la zona di San Bartolomeo in seguto all’apertura del T Fondaco. Ora i riflettori sono tutti puntati su Bacino Orseolo, nuovo baricentro della moda.


«Quando un brand vuole sbarcare a Venezia è disposto a tenere duro ma solo per qualche anno», continua Brunetta, «fino a qualche stagione fa, invece, c’era un ricambio lento, tranquillo, le ditte chiudevano magari per anzianità dei titolari, mentre ora i movimenti sono velocissimi ed è chiaro che lo spostamento verso una zona ne svalorizza un’altra. Personalmente ho sempre avuto un po’ di prevenzione verso i grandi brand: non credo possano risolvere i problemi commerciali di questa città poiché con la stessa facilità con cui investono, prendono e se ne vanno, cosa che invece non avviene con l’imprenditoria locale».


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