Vallenari e Ca’ d’Oro, addio social housing Ora casa di riposo e ville con serre solari

Erano previsti alloggi in social housing, con affitti calmierati, destinati alla classe media. Verranno realizzate invece villette di lusso, dotate di serre solari bio climatiche. Non avrà bisogno di essere assoggettato alla procedura regionale della Vas – la Commissione di valutazione ambientale strategica – l’operazione urbanistica nota come Variante 66 al Piano degli interventi. È stata la stessa commissione a scriverlo al Comune.
La variante riguarda due ambiti lungo via Vallenari, a Favaro Veneto, e lungo via Ca’ d’oro, a Mestre. Un’area di intervento di 90 mila metri quadrati, di cui quasi 57 mila per ciò che riguarda Favaro e poco più di 30 mila invece in via Ca’ d’Oro. Accade, per questi due interventi, quel che già è accaduto per l’area Italgas di Altobello: piani disegnati negli anni, convenzioni e accordi firmati, e ora scaduti. Con la possibilità, per l’amministrazione comunale, di ridisegnare lo sviluppo urbanistico di grosse fette della città e del suo futuro. Un orizzonte dal quale, qui come in altri ambiti, stando sparendo, o subendo un forte ridimensionamento, gli interventi di edilizia popolare e di social housing. Formula che era stata individuata anche per via Vallenari e via Ca’ d’Oro. Qui dovevano sorgere, compresa anche la vicina area Pertini, circa 700 alloggi ad affitto convenzionato. Un progetto congelato già nove anni fa, con la giunta di centrosinistra. Un cambiamento nelle politiche abitative motivato al tempo con la crisi del mercato immobiliare, la scarsità di risorse pubbliche. Un modello, quello del social housing, che non è mai del tutto decollato. E ora, gli strumenti urbanistici che lo prevedevano, sono anche, da un punto di vista strettamente giuridico, scaduti. Ecco così che nei terreni delle vie Vallenari e Ca’ d’Oro, in buona parte di proprietà di Ive (società controllata dal Comune), e di alcuni privati, potranno arrivare una nuova residenza sanitaria per anziani (7 mila metri quadrati, lungo via Vallenari) e, in entrambi gli ambiti, una serie di villette per un intervento complessivo di circa 20 mila metri quadrati, per oltre 400 abitanti teorici in più. Un intervento ridotto rispetto a quanto era previsto in precedenza con il social housing (46 mila metri quadrati per quasi mille nuovi residenti) e che vedrà la consegna di 3,5 ettari al Comune sotto forma di parco attrezzato.
Le osservazioni alla Variante sono state esaminate in giunta nei giorni scorsi, ora il dibattito si sposta nelle commissioni e in consiglio comunale per il via libera a tutto il pacchetto della variante. Ad animare il confronto sarà la questione: poiché il piano è scaduto, è proprio necessario, se pur con volumi ridotti, prevedere un nuovo quartiere a fronte di migliaia di appartamenti liberi in città? Non sarebbe meglio indirizzare le risorse dei privati verso la riqualificazioni di pezzi del centro città? «Di fatto è un’espansione su aree che sono tornate agricole», attaccano dall’opposizione. In maggioranza sottolineano però come quell’area serva anche per far atterrare il credito edilizio vantato da quegli imprenditori che accettano di costruire un po’ meno rispetto a quanto avrebbero diritto in centro, in cambio della possibilità di costruire (un po’ di più) in aree periferiche. Un trasferimento di cubatura da una parte all’altra (con un incremento del 20%). «Un modo per far soffocare di meno il centro». —
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