Ordigno inesploso scoperto al Petrolchimico, Marghera si prepara al bomba day
La bomba con oltre cento chili di esplosivo scoperta in via della Chimica durante i cantieri per il marginamento. Area sequestrata, creata una zona di interdizione di mezzo chilometro attorno al punto del ritrovamento

Oltre cento chili di esplosivo, che anche a distanza di ottant’anni sono ancora in grado di paralizzare mezza città. Martedì i cantieri aperti di Marghera hanno restituito un’altra bomba aerea della Seconda guerra mondiale, un ordigno inesploso sganciato dall’aviazione americana durante uno dei numerosi raid che avevano come bersaglio lo snodo produttivo e logistico veneziano, obiettivo strategico per gli Alleati.
Cinque anni fa, due ritrovamenti pressoché identici avevano costretto le autorità e le forze dell’ordine ad organizzare altrettanti “bomba day” che, tra evacuazioni obbligate e blocco del traffico, avevano stravolto per due mattinate le routine di Mestre, Marghera e Venezia. Lunedì 5 maggio, in prefettura, si deciderà se seguire lo stesso schema di intervento.
La bomba è stata scoperta dagli operai della ditta Xodo srl, impegnati nei lavori di marginamento all’interno dell’area del Petrolchimico, in via della Chimica. Subito è scattata la chiamata ai numeri d’emergenza e alle divise di polizia e carabinieri si sono presto aggiunte le mimetiche degli artificieri: come in passato, sono intervenuti gli esperti dell’Ottavo reggimento del genio guastatori Folgore da Legnago, che hanno provveduto a una prima messa in sicurezza dell’area.
Al momento il cantiere è stato sequestrato ed è stata creata una zona di interdizione di mezzo chilometro, estesa attorno all’ordigno in ogni direzione. A sette giorni dal ritrovamento - e dopo tantissimi sopralluoghi sul posto - lunedì si deciderà come neutralizzare l’esplosivo e rimuovere la bomba: 500 libbre, 129 chili di tritolo in novanta centimetri di lunghezza, per 35 di diametro.
I due precedenti del 2020 possono offrire qualche indicazione di cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni: nel gennaio di cinque anni fa la stessa quantità di esplosivo venne scoperta in via Galileo Ferraris; nove mesi dopo, a settembre, un altro ordigno identico venne dissepolto in via Torino.
I genieri lavorarono in maniera simile, ma le procedure pretesero precauzioni differenti: il 2 febbraio l’area di sicurezza sfiorava i due chilometri di raggio, comprendeva anche il ponte della Libertà e, oltre a far evacuare temporaneamente 3.500 persone, lasciò il centro storico del tutto isolato per la durata delle operazioni.
La bomba che sorprese gli operai che stavano ampliando il campus di Ca’ Foscari venne invece rimossa il 25 ottobre - più di un mese dopo la sua scoperta - e obbligò allo sgombero provvisorio 600 persone (abitanti ma anche ospiti degli hotel) per 500 metri attorno al punto del ritrovamento.
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