Utenza mai attivata, odissea di una mamma
Non paga qualche centinaio di euro per quella che ritiene un’utenza inesistente e le arriva a casa la cartella di un’agenzia recupero credito che la minaccia di sequestrarle un quinto dello stipendio. La donna reagisce e si affida al comitato Marco Polo a difesa del cittadino: ieri ha sporto denuncia querela dai carabinieri contro Eni Energia per comportamento molesto.
«Sono due anni», spiega Luigi Corò per il Comitato, «che la signora Antonella Zanon viene importunata da Eni per il saldo di bollette di forniture gas mai godute, addirittura arrivando oggi a pretendere il pagamento tramite un’agenzia di recupero crediti con tanto di minaccia del sequestro del quinto dello stipendio. L’utenza a cui Eni si riferisce è quella di un’abitazione di via Querini 49 in cui la signora non abita più dal 2009 e nella quale spiega di non aver mai attivato contratti. «Per la signora», spiega Corò, «l’eventuale pignoramento del quinto dello stipendio, per altro illegittimo, sarebbe una vera e propria mazzata al bilancio familiare, dal momento che si trova a dover da sola, con una paga da barista, pagare un affitto e a crescere due figlie adolescenti. La signora Zanon non ha mai sottoscritto alcuna fornitura con Eni. La fornitura (anno 2013) riguarderebbe un appartamento lasciato dalla signora già nel 2009 con tanto di avvenuta chiusura utenze per fine locazione e da quel che ricorda aveva oltretutto gestori diversi».
La donna ha chiesto spiegazioni di volta in volta al numero verde Eni e all’Energy Store Eni di viale Ancona 23. E ogni volta è stata rimpallata da una destinazione all’altra. «Per farla breve i referenti Eni», conclude Corò, «continuano a lavarsene le mani dichiarandosi non competenti, mentre il numero verde continua ad rimandare agli uffici di Mestre, senza che il problema si risolva; nel frattempo la signora perde tempo e soldi, senza contare la spada di Damocle del sequestro del quinto, una vera ingiustizia».
Da parte Eni arriva una risposta: «Non conosciamo il caso specifico. Valuteremo la questione nei prossimi giorni con l’ausilio degli uffici preposti».
Alessandro Abbadir
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