Uno “Spazio delle perle” per rilanciare l’ antica arte

L’idea dell’imprenditrice Luisa Conventi per superare la pesante crisi post-Covid Intanto, con l’amica Vanna Purisiol, organizza la “Festa delle Impiraresse”



Sedute nelle calli, infilavano le minuscole perline nei lunghi fili che poi riportavano a Murano, dove si fabbricavano nelle fornaci le conterie. Cantavano, parlavano e lavoravano, tanto da guadagnarsi un’indipendenza che poche donne avevano a fine Ottocento. Lavoro durissimo quello delle impiraresse (dal dialetto impirar, cioè, infilare) che iniziavano a lavorare da bambine e andavano avanti fino a quando occhi e mani non cedevano. Ai tempi d’oro del vetro a Murano serviva manodopera per realizzare lunghi fili di perle che poi venivano utilizzate per creare oggetti di moda o arredamento. Le donne erano ideali per queste mansioni perché potevano lavorare da casa. Con il tempo le impiraresse si organizzarono in sindacati, celebre è lo sciopero a Venezia del 1904, quando le lavoratrici si ribellarono alle mistre, quelle che organizzavano e distribuivano il lavoro, accusate di tenersi troppi soldi. Le impiraresse hanno lasciato un segno a Venezia e contribuito ad aprire la strada al lavoro delle perlere, le artigiane (oggi anche un lavoro praticato dagli uomini) che realizzano le perle a lume.

Una delle donne che ha sempre vissuto tra le perle si chiama Luisa Conventi, 58 anni, a capo della Ditta Gioia. Il sogno di Luisa è quello di aprire un ampio spazio espositivo dove poter raccontare la storia delle perle e delle impiraresse e valorizzare il lavoro delle donne. La sua società, come moltissime altre, ha subito un arresto negli ultimi mesi: «Il coronavirus ha bloccato il nostro lavoro in un modo impressionante», racconta Conventi che rifornisce i negozi di gioielli di perle e perline, «Tanti colleghi hanno chiuso, io stessa non ho più ricevuto dei pagamenti che attendevano perché le attività sono fallite. Il settore è in grande crisi e gli artigiani che lavorano con il vetro hanno dovuto ricorrere molto spesso alle vendite online, ma la fatica è tantissima».

Proprio per questo Conventi è ancora più convinta che uno spazio per le perle potrebbe contribuire a rilanciare il settore. Non è la prima volta che lo fa. Dal 2009, complice la sua vulcanica amica Vanna Purisiol, Conventi organizza ogni anno la Festa delle Impiraresse dedicata sempre a un tema storico diverso come il lavoro a telaio, a lume, a frange e tanto altro. Il prossimo sabato dalle 18 in poi le sue creazioni e quelle di Paola Bertoldo sfileranno a Villa Heriot alla Giudecca. Nel 1970 lo zio di Luisa, Antonio De Lorenzi, aveva un laboratorio a Cannaregio dove commerciava le conterie, provenienti direttamente da Murano. «Ho iniziato da ragazzina ad andare a fare le fiere con lui, mi dava delle piccole mansioni come fare delle collane e altro», ricorda Luisa, «Lui lavora in contatto con la Società Veneziana Conterie, un posto incredibile a Murano. Ricordo che c’erano delle sale grandi fino a centro metri dove venivano tirate le canne di vetro, quelle per la lucidatura delle perle e tantissime altre che ben rappresentavano la complessità della lavorazione del vetro». Conventi prenderà poi le redini della società dello zio e darà vita all’attuale Ditta Gioia, ma quelle immagini di Murano e le storie delle impiraresse non le vuole scordare e, oggi più che mai, spera di trovare un luogo per mantenere viva la tradizione.



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