«Un’idea balzana priva di fondamento»

«È un’idea balzana e del tutto priva di fondamento, che porteremo subito all’attenzione del Consiglio di amministrazione dell’Associazione veneziana albergatori». È duro il giudizio del presidente dell’Ava Vittorio Bonacini sulla proposta del ministro del Turismo Dario Franceschini - appoggiata anche dal Comune - di modificare l’imposta di soggiorno, abolendo l’aggancio al sistema del numero delle stelle degli hotel, da 1 a 5, ma applicandola invece in percentuale al costo effettivo delle stanze di un albergo.
«Per noi il meccanismo dell’aggancio del pagamento dell’imposta al numero delle stelle resta valido a tutti gli effetti» commenta Bonacini «anche perché siamo stati noi i primi a proporlo ancora durante la Giunta Orsoni quando la tassa venne istituita. Non si capisce poi come verrebbe calcolato il minimo e il massimo del costo della stanza in base al quale applicare poi l’imposta. Per questo siamo radicalmente contrari a questa modifica e faremo sentire la nostra voce. Il problema dei politici è spesso quello di prendere posizione senza avere una chiara conoscenza dei problemi di cui parlano. Ben vengano dunque i tavoli di consultazione che il ministro ha detto di avere intenzione di aprire, perché sarà l’occasione di chiarirsi nel merito. Aggiungo poi che da quando è stata istituita l’imposta di soggiorno, non solo nel Comune di Venezia, il suo introito è servito più a coprire le voragini apertesi nei conti delle Amministrazione che a finanziare i servizi effettivamente dedicati a migliorare il sistema turistico».
Sulla stessa linea di Bonacini anche il direttore dell’Associazione veneziana albergatori Claudio Scarpa. «Sono assolutamente perplesso rispetto a questa proposta del ministro Franceschini» commenta il direttore dell’Ava «anche perché vorrei capire qual è il limite di prezzo minimo o massimo in base al quale si calcolerebbe l’imposta. Mi sembra una modifica creata per sottrarre maggiori risorse agli albergatori, soprattutto quelli di hotel di fascia più alta, a tutto vantaggio di bed & breakfast e appartamenti turistici. Non vedo il motivo per modificare il sistema delle stelle per il pagamento dell’imposta e aggiungo poi che sappiamo ormai bene come il Comune utilizzi l’introito dell’imposta di soggiorno per risolvere i suoi problemi di bilancio, anziché per investirli nella filiera turistica e nell’accoglienza. Sarà comunque Federalberghi per noi a condurre la trattativa sull’imposta di soggiorno».
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