Una nuova ondata di ripetitori. Sono 343 le antenne tra Venezia e Mestre

MESTRE. I casi che più hanno fatto discutere, negli ultimi mesi, portano all’isola di Burano e, a Mestre, al quartiere Pertini, dove gli abitanti, per protestare contro la nuova installazione, hanno scritto anche una canzone - sulle note del “ragazzo della via Gluck” - che sta spopolando sui social. Il copione è sempre lo stesso: le società di telefonia che si preparano all’installazione, i residenti che protestano. L’esposizione all’elettrosmog continua a far paura in un contesto in cui nuovi operatori e tecnologia 5G sono alla ricerca di nuovi spazi. E se da un lato tutti vogliono che il telefonino abbia “campo”, dall’altro nessuno vuole l’antenna sopra casa. La ricerca di un equilibrio, che tuteli prima la salute, non è facile. Una battaglia che, in città, gode di un nuovo vigore.
Quante antenne
Stando a un monitoraggio realizzato dal Pd - che ha incrociato i dati dell’amministrazione comunale e dell’Arpav- nel Comune di Venezia oggi ci sono 343 antenne radio base. A Venezia sono 97, nella Laguna sud 21, nella Laguna nord 10, a Favaro Veneto 41, a Mestre Centro 118 e a Marghera 56. Nell’ultimo anno, nel periodo compreso tra il primo agosto del 2018 e il 30 luglio del 2019, sono state attivate 16 nuove antenne tra Venezia e Mestre (Venezia 7, Laguna Nord 1, Favaro Veneto 1, a Mestre Centro sono 8).
Pertini e Vallenari
Proprio ieri Giorgio Rocelli, anima del comitato Rione Pertini, ha ricevuto la segnalazione di una nuova antenna in fase di installazione in via Vallenari, vicino al supermercato Prix. I cittadini cominciano a protestare, così come hanno già protestato per l’antenna che è spuntata all’inizio dell’estate, senza che nessuno del quartiere ne venisse informato, nel terreno dietro al vivaio della “Primula gialla”. «Il punto è», dice Rocelli, «che queste installazioni ci passano letteralmente sopra la testa, e invece i residenti dovrebbero esserne informati prima, e non scoprirlo sempre perché vedono gli operai al lavoro. Chiediamo di essere coinvolti nelle scelte».
La mappa del comune
Il piano antenne è tra i temi in discussione nel nuovo regolamento edilizio, presto all’esame del consiglio comunale. E’ prevista infatti la stesura di una mappa delle localizzazione delle antenne che dica non solo quante e dove sono, ma anche in quali posti possano essere installate, senza doversi trovare a decidere per ogni singola richiesta che arrivi dai gestori della telefonia mobile. L’obiettivo del comune è quello di trovare quindi un accordo con gli operatori, da un lato fornendo i luoghi dove possono approdare senza troppe resistenze, dall’altro chiedendo agli stessi operatori piani di sviluppo semestrali. L’obiettivo è anche incentivare il cositing (l’uso, per più operatori, dello stesso traliccio) e l’utilizzo delle tecnologie più avanzate. Tra le altre cose il regolamento prevede anche che le antenne non possano essere installate nei siti sensibili, come ad esempio le scuole.
«Fare di più»
Basta così? «Secondo noi no», dice Emanuele Rosteghin, consigliere comunale del Pd, «perché nel regolamento non solo devono essere esclusi i siti sensibili, ma deve anche essere indicata una distanza di sicurezza minima tra le eventuali nuove installazioni e gli stessi siti sensibili. È un percorso che altri comuni hanno già intrapreso. La scelta del Comune di realizzare una mappatura è positiva, ma bisogna spingersi oltre». Altro punto contestato, il cositing. «Deve essere non solo incentivato, ma reso obbligatorio», aggiunge Rosteghin. Obbligatorietà che però, secondo l’assessore all’edilizia Massimiliano De Martin e il Comune, rischia di esporre il fianco a contenziosi con le compagnie. E infine l’aspetto del coinvolgimento dei residenti. «Devono essere coinvolti subito, favorendo la diffusione di materiali e ricerche, non a cose fatte, in modo da poter partecipare al percorso decisionale». —
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