«Una gara bellissima è stata una grande vittoria del gruppo»

Il sindaco Giorgio Orsoni, a letto con 38 di febbre, ha esultato davanti alla tv. «Gara bellissima, i nostri sono stati bravi, davvero bravi a tener duro fino alla fine. Ho gridato un po’, così mi è tornata su la febbre.. . Dobbiamo festeggiarli alla grande». Dopo la consegna del trofeo, gli atleti del galeone veneziano esultano e portano in trionfo la mascotte. Chiara Marangon, giovane studentessa quindicenne di Cannaregio e unica donna in gara, timoniera del galeone. «Una vittoria del gruppo, perché gli altri potevano contare su individualità più forti», commenta il direttore generale del Comune e membro del Comitato Marco Agostini, «un ruolo importante l’hanno avuto anche le riserve e l’equipaggio del gozzo».
«La vittoria più difficile delle ultime edizioni, perché almeno due equipaggi, Pisa e Amalfi, avevano individualità superiori alle nostre», dice raggiante l’assessore Roberto Panciera dopo aver ricevuto il trofeo dei vincitori sul palco davanti al municipio. La delusione dei pisani è stampata sui volti degli olimpionici come Lorenzo Carboncini e Matteo Stefanini, battuti nell’ultimo quarto di gara da un gruppo di scatenati con il pedigree meno fornito. «Bravi, bravi, i ragazzi sono stati bravissimi. Un lungo lavoro premiato da una gara perfetta. Non so come hanno fatto. 42 colpi al minuto per 2 mila metri! Quando sono scesi dalla barca avevano ancora il fiatone».
Una vittoria piena, del collettivo. Un premio meritato per una squadra coesa e affiatata, che si è allenata in silenzio negli ultimi mesi, lontana dal clamore e forse anche poco valorizzata dalle istituzioni. Stefano Zabotto, l’allenatore del galeone tornato a vincere dopo cinque anni, non è tipo da far polemica. Alza le braccia felice all’arrivo del suo equipaggio che stavolta si è portato a casa il primo posto senza polemiche né contestazioni. Un otto equilibrato, niente primedonne e tanta voglia di vincere, in una disciplina forse un po’ antica, quella a sedile fisso, non molto considerata nell’ambiente del canottaggio. Nuove leve difficili da trovare, tanto che per recuperare i due nuovi si è dovuti andare fino a Verona. «Così non è più una sfida cittadina», dicono i puristi. Ma già da nove anni il regolamento consente di reclutare atleti per la metà nell’ambito regionale. Ecco allora i padovani come il capovoga Gherardo Gamba. «Una bella gara davvero» commenta emozionato all’arrivo, «ci credevamo, abbiamo tenuto fino alla fine». Ma anche i due fratelli canoisti Jacopo e Mattia Colombi, il veterano Giovanni Lunardi, anche lui della Canottieri Padova che in galeone ha già vinto cinque volte e l’altro padovano, Davide Stefanile; il veronese Mattia Boschelli - new entry - Lorenzo Barbato e Michele Ghezzo della Canottieri Giudecca. Grande merito al timoniere Nicolò Crosara, veneziano della Canottieri Mestre, che all’uscita dall’ultimo ponte ha tenuto una traiettoria perfetta. Aiutata da un bel vento di libeccio che soffiava in poppa e ha premiato l’equipaggio che fino alla fine ha spinto di più.
Attimi di gloria anche per le riserve, nonostante l’ultimo posto rimediato nella gara dei gozzi, più dimostrativa che utile al grande spettacolo. E grande festa, qui a Pisa, fino a notte inoltrata. Venezia inaugura un nuovo ciclo e lo fa nel segno della modestia e della riconoscenza ai due personaggi che tanto hanno dato al Palio, scomparsi di recente: l’atleta gondoliere Michele Bozzato e il presidente della Canottieri Mestre Paolo Bertan.
Alberto Vitucci
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