Una festa tra Natale e la Presentazione di Gesù

 Chiamata anche Mesopanditissa, essa è più popolarmente conosciuta come «la Madonna nera» o, più sovente, «la Madonna della Salute»; e qui subito do inizio alla prima notazione critica: il nome non significa affatto «mediatrice di pace» come spesso ed erroneamente viene scritto, ma deriva dal greco e significa «colei che viene festeggiata a metà periodo (meso) fra il Santo Natale e la Presentazione (ipapandè) di Gesù al Tempio». D'altronde è male interpretata anche la parola «Salute» che non significa affatto «sanità fisica» ma che, nel suo significato pregnante ed originale, proviene dal latino salus, salvezza.  Ed ora un po' di storia: chiamata dai Candioti «la Madonna di San Tito», la sacra icona giunse a Venezia il 26 Febbraio 1670, portata da Candia (l'antica Creta) da Francesco Morosini, dopo la cessione dell'isola all'Impero turco e fu collocata subito sull'altare maggiore della Basilica (sul quale, a perpetuo ricordo del dono della salvezza dalla peste, lo scultore fiammingo J. Le Court innalzerà in marmo la Venezia implorante e la statua della peste messa in fuga da un angioletto con la fiamma purificatrice).  Ancora un'altra notazione storica: la peste fu portata a Venezia dall'ambasciatore mantovano de' Strigis, che l'aveva contratta da un)soldato delle truppe tedesche scese in Italia (di cui parla ampiamente anche Alessandro. Manzoni nei suoi Promessi Sposi); il de' Strigis infettò un muratore veneziano, il Tirinello, che la sparse poi in città prima di morire: il risultato fu di 80.000 morti nelle isole lagunari (compresi il Patriarca Tiepolo ed il Doge Contarini) e di 600.000 nel Dogado. Per finire ricordo che al centro del disegno pavimentale sta scritto «Unde origo inde salus»: perché nel nome di Maria ebbe origine Venezia il 25 Marzo del 421 (festa della Annunciazione) e attraverso Maria venne la salvezza dalla più terribile pestilenza della sua grande storia.

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