«Una condanna ingiusta mi ha rovinato la vita chiederò 100 mila euro»

DOLO. «Ho avuto la mia vita rovinata da un errore di giustizia. Potevo essere un campione del pugilato ma ho rischiato fino a poche settimane fa di finire in carcere. Finalmente è stato riconosciuto che sono innocente, ma ora voglio essere risarcito. Chiederò 100 mila euro di danni allo Stato». A dirlo è Morris Zago, 23 anni di Campolongo; al suo fianco l'avvocato Stefano Marrone. Zago è stato accusato dal 2015 di una serie di violente rapine consumate ai danni dei gestori cinesi di alcuni bar nell'entroterra padovano, insieme con Fiore Ricci, 29 anni, di Albignasego, e Tomas Torrinunti, 28 anni, di Solesino. Ha scontato sia la detenzione per un breve periodo, che gli arresti domiciliari e per un anno e mezzo l'obbligo di firma ogni mattina alla caserma dei carabinieri. In primo grado è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, sentenza confermata in Appello. La Cassazione ha annullato il processo e rifacendo il processo d'appello il giovane è stato assolto. Era stato associato alle rapine a causa di una serie di intercettazioni che poi non si sono rivelate prove solide a suo carico. «Per 4 anni» spiega Zago «la mia vita è stata un incubo. Lavoro nell'ambito del settore delle giostre, la mia famiglia è sempre stata una famiglia onesta, nè mio papà nè mia mamma hanno avuto problemi con la giustizia. Nel 2015 ero campione italiano dei pesi welter (64 kg) di pugilato con la “Boxe Piovese” . Su sessanta incontri ne avevo vinti oltre 50. Ora di anni ne ho quasi 24 e per un pugile, dopo i 27- 28 anni la carriera è in via di declino. Per anni non ho potuto allenarmi, e in paese mi additano come malvivente. Voglio giustizia». —

Alessandro Abbadir

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