«Un turismo lento tra le ville del Brenta un’occasione unica per l’economia»

Giulio Gidoni (Associazione dimore storiche) plaude alla proposta di Confesercenti. Da Mira a Stra sono 194
PELLICANI MESTRE 13/12/2008 V.le Ancona Hotel laguna palace convegno presentazione candidatura di Davide Zoggia alla Provincia di Venezia Federica Boscaro....© Light Image- Bertolin..........
PELLICANI MESTRE 13/12/2008 V.le Ancona Hotel laguna palace convegno presentazione candidatura di Davide Zoggia alla Provincia di Venezia Federica Boscaro....© Light Image- Bertolin..........

MIRA

Ville del Brenta per rilanciare il territorio: alla proposta di Confesercenti, lanciata dalle colonne del nostro giornale dal presidente dell’associazione Enrico Zarotti, arriva il plauso di Giulio Gidoni, presidente della sezione Veneto dell’Associazione dimore storiche italiane del Veneto. Il via libera a un turismo sostenibile, lento e non di massa, arriva anche dai sindaci pronti a dare una mano agli esercenti e ai proprietari delle dimore storiche.

Le dimore degli antichi patrizi veneziani lungo il Naviglio del Brenta sono ben 194 fra Mira, Fiesso, Stra e Dolo. «Il nostro patrimonio storico-culturale, pubblico e privato», spiega Gidoni, «potrà davvero essere un elemento centrale per la ripartenza, per la costruzione di politiche sempre più sostenibili che mettano al centro i territori, i loro borghi e la ricchezza che conservano. Ma dobbiamo pensare ora, insieme, a queste strategie, per non farci trovare impreparati quando saremo chiamati a correre. Le dimore storiche private», continua Gidoni, «sono ville, palazzi, casali, masserie, castelli, ma anche parchi, giardini e tenute agricole aperti al pubblico, che in Veneto rappresentano il 40% del patrimonio immobiliare storico-artistico soggetto a vincolo, una percentuale che sale all’86% se si considerano solo le ville venete. Le dimore storiche costituiscono probabilmente il più importante museo diffuso. Sono un baluardo al freno della perdita dell’identità di un luogo, costituiscono un polo di attrazione e un volano per l’economia dei territori, in particolare al di fuori dei grandi centri abitati. Le dimore storiche», aggiunge, «possono rappresentare l’impulso per la riscoperta di intramontabili tecniche artigiane o la nascita di nuove opportunità professionali che valorizzino storia, tradizioni e produzioni del posto.

Preciso l’invito di Gidoni: «È necessario avviare un’azione sinergica tra pubblico e privato che, a partire da un quadro normativo chiaro e adeguato, consenta di ripartire, quando potremo, tutti insieme. Noi, come Associazione Dimore Storiche Italiane, faremo ancora una volta la nostra parte, collaborando con le istituzioni, le associazioni, tutte le eccellenze presenti sul territorio, per migliorare la promozione di questi luoghi unici, garantire un turismo diffuso e più lento. Una “nuova normalità” che, noi ce lo auguriamo, riuscirà a mettere al centro questi tesori italiani».

Sulla soluzione del turismo lento legato alle ville concorda anche il sindaco di Fossò Federica Boscaro, che è presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera: «Con tutti gli accorgimenti necessari il turismo lungo il Brenta appare quello più adatto alla prossima stagione estiva, non di massa e lento, a gruppi contingentati. Come Comuni siamo pronti a dare una mano ai progetti degli esercenti». —

alessandro abbadir

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