«Un tumore fulminante ci ha portato via Linda»

Parla il papà della piccola di quasi sei anni: «Lunedì ha preparato la cartella Voleva andare a scuola. Giovedì non c’era più». Martedì alle 15 il funerale
Di Marta Artico

«Venerdì 28 il nostro amore più grande è volato in cielo!». È questo il messaggio che la famiglia Piovesan ha lasciato alla cittadinanza ieri, dopo la tragedia che ha colpito la mamma, il papà e le sorelle della piccola Linda, la bimba che un tumore al cervello, di quelli che non lasciano scampo, si è portato via nell’arco di appena un paio di giorni all’ospedale di Padova. Fuori dalla pasticceria Dolcissimo, un foglio scritto a pennarello. Poche parole e un punto esclamativo che raccoglie tutto il dolore straziante e l’immenso affetto per la figlia, che aveva appena iniziato a frequentare l’elementare Marconi in viale San Marco, con tutta la voglia e l’entusiasmo della sua età.

All’ingresso dell’istituto un bouquet di fiori bianchi confezionati in un mazzetto rosa e un bigliettino dei compagni: «Ciao piccolo Angelo, sei nei nostri cuori per sempre».

Qualcuno passa, un bimbo alto come lo zainetto che ha sulle spalle si fa il segno della croce. Ieri a Gaggio, il cielo era plumbeo, pesante come i sentimenti delle persone che facevano la spola in via della Fornace, a casa Piovesan. Uno dopo l’altro, solo per abbracciare i genitori, far loro sentire la propria vicinanza.

Una sofferenza composta, quella della famiglia.«Lunedì 27 agosto, esattamente un mese fa», racconta il padre Luca, «è stato il primo giorno che non si è sentita bene: il giorno dopo aveva una festa e stava meglio. Siamo andati dal medico, si pensava a un raffreddore, poi allo streptococco».

I genitori hanno fatto la spola dal pediatra: «È stata curata con gli antibiotici per una settimana, pareva che il disturbo fosse passato; poi siamo tornati dal medico e le sono state fatte le analisi del sangue e altri accertamenti, ma non c'era niente. Al pronto soccorso ci hanno detto che andava bene la cura del pediatra».

Prosegue: «Lunedì questo, alla sera, la bambina ha preparato la cartella della scuola, ma al mattino ha vomitato diverse volte, così siamo tornati al pronto soccorso di Mestre, dove le hanno fatto la tac e le è stato diagnosticato il tumore. Al pomeriggio eravamo già a Padova».

Nel nosocomio della città del Santo, lo staff aveva programmato tutto per operarla. «Mercoledì sera parlava, diceva che aveva tanta fame e, se non le davano da mangiare, cambiava ospedale. Poi si è messa a dormire perché aveva sonno».

Ma la situazione è precipitata velocemente durante la notte e da quel momento, non c’è stato più nulla da fare. «In 15 ore siamo passati dall’ipotesi dei vermi, a quella del tumore. Tutti a quel punto speravano ancora, ma ci avevano detto qual era la situazione. La sera prima di andare all’ospedale saltava: l’unica cosa differente dal solito, che qualcuno avrebbe potuto notare, era che negli ultimi giorni, anziché portarla a letto con la camicia di forza, aveva più sonno. Ma chi avrebbe potuto capire qual era davvero il problema. Per questo non accusiamo nessuno».

«Linda era una bambina più grande della sua età«, ricorda papà Luca, «era contenta di andare a scuola, stava già organizzando il suo compleanno, il 19 novembre, e quello della mamma, il 31 ottobre, facendo persino gli inviti». I funerali della piccola si svolgeranno martedì pomeriggio alle 15, nella chiesa dei Santi Patroni a Marcon.

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