Da discarica a sede high-tech: ruspe al lavoro sul nuovo quartier generale Panfido
Iniziati i lavori di bonifica e rilievo nell’area di 67 mila metri quadrati acquistata dal gruppo Panfido accanto al Parco Vega. Presto sorgerà la nuova sede con uffici, officina e mensa per 150 dipendenti.

Ruspe al lavoro nell’area tra l’ex PalaExpo a fianco del Vega-Parco scientifico e Tecnologico, e il canale che si affaccia su via dell’Elettrotecnica. Sono iniziati i lavori di pulizia e sbancamento della grande area acquisita un anno fa da Miglia104 Srl, società del gruppo dei Rimorchiatori Panfido in una delle aste di vendita di aree e terreni del Vega per il concordato preventivo.
In quella occasione la società del gruppo Panfido si era aggiudicata un’area di circa 67 mila metri quadri ( in cui si possono costruire fino a 31 mila metri quadri) a fianco di via dell’Elettronica e di via della Libertà per 2 milioni e 750 mila euro.
Ora iniziano i primi cantieri. L’imprenditore Davide Calderan, a capo della storica azienda di rimorchiatori, salvataggio, assistenza e servizi portuali, concessionaria del servizio di rimorchio per i porti di Venezia e Chioggia e operante in città fin dal 1880, spiega che i cantieri, con le gru che si sono messe al lavoro, sono «il primo passo, dopo l’acquisizione dell’area, per avviare i rilievi topografici e la sanificazione. Rilievi necessari per dettagliare il progetto al Comune di Venezia per la creazione della nuova sede del gruppo in cui ospiteremo gli uffici di tutte le nostre società, la nuova officina meccanica della nostra flotta, e pure una mensa dove ospitare i circa 150 dipendenti».
Oggi il gruppo si divide su varie sedi, tra il Porto di Venezia, quello di Chioggia e l’area del rigassificatore. Un’altra fetta di area potà avere sviluppi futuri, non ancora indicati, spiega Calderan. «La nostra prima priorità è realizzare la nuova sede», spiega l’imprenditore. «Per gli altri sviluppi ci stiamo lavorando. Sicuramente potremo prevedere anche uffici per le società degli ormeggiatori ma sulle altre funzioni, dalla direzionale alla commerciale, o servizi collegati al vicino Parco scientifico e tecnologico è in corso una interlucuzione con il Comune e non vi è ancora nulla di deciso. Se ne parlerà più avanti».
L’impressione è che lo sviluppo complessivo dei sei ettari che oggi comprendono anche l’area di parcheggio che viene utilizzata dopo l’ex PalaExpo per la sosta dei tifosi del Venezia Fc, diretti allo stadio di Sant’Elena, non se ne parlerà se non prima del 2026. Tra le funzioni previste non vi è l’ipotesi di un albergo, precisa Calderan.
«Ma sulla scelta dobbiamo ancora ragionarci sopra», spiega l’imprenditore. Intanto si comincia da sanificazione e sbancamenti. E nell’area, inutilizzata da tempo, è stato trovato di tutto: biciclette abbandonate (forse rubate), materassi provenienti da bivacchi, immondizie, persino frigoriferi abbandonati.
Un’area così grande, sei ettari complessivi, se realizzata interamente, potrebbe anche diventare una possibilità di rilancio dello stesso ex PalaExpo, diventato durante il Covid, il centro delle vaccinazioni della città ed oggi di nuovo in abbandono completo. Nel frattempo è stata dichiarata conclusa alla fine di aprile la procedura di cessione del lotto 4 aggregato della vendita degli edifici Auriga (esclusa la azienda di ristorazione), Lybra e Pegaso 1 del Vega.
Sul piatto c’era una offerta da 3 milioni e 75 mila euro ma non si sono fatti avanti concorrenti. Ora la procedura del commissario si è chiusa con la vendita alla società veneziana Futura, che aveva presentato l’offerta, per 5 milioni di euro. Il bando di vendita del Vega, come noto, era stato disposto dal Tribunale di Venezia per il concordato preventivo.
I prezzi, man mano che le aste sono andate deserte si sono ridotti via via. Un decennio fa si parlava di debiti per 15 milioni di euro ma i conti, ha sempre spiegato Roberto Ferrara, legale rappresentante della Vega Scarl, ora sono in ordine, e gli spazi del parco tecnologico quasi tutti occupati, con l’arrivo anche di nuove società e startup.
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