Un nuovo centro islamico per la preghiera e lo sport

MOGLIANO. Il nome promette bene: “Amici della pace”. Nelle prossime settimane aprirà ufficialmente a Mogliano, in via Torni, un nuovo centro islamico dedicato alla preghiera, all'insegnamento dell'arabo e allo sport. Dopo quasi dieci anni dalla chiusura della moschea di Zerman i cittadini di fede musulmana hanno di nuovo un luogo dove dedicarsi assieme ai momenti liturgici della giornata.
Quello preso in affitto, al primo piano del civico 88 di via Torni, tra i capannoni artigianali, è uno stanzone arredato con tappeti e strutture in stile arabo. Ma in quell'ex allevamento zootecnico non spunteranno certo cupole e minareti, nemmeno muezzin. Il promotore di questa iniziativa, Abdlehamid Amar, 51 anni di cui 27 in Italia, si affretta a ribadirlo: «Non è una moschea» spiega «la nostra è un'associazione culturale, viviamo a Mogliano da molti anni. Un tempo per pregare ci trovavamo a Zerman, poi il comune ha sgomberato l'area (Ex Ipsa, ndr) e ci siamo ritrovati senza un luogo di ritrovo comune. Alcuni della nostra comunità vanno a Treviso, altri a Spinea o Mestre. Dopo dieci anni è arrivato il momento di fare questa associazione».
L'inaugurazione, prevista per domenica prossima, è stata rinviata a ottobre: «Abbiamo alcuni fratelli in pellegrinaggio alla Mecca» spiega «aspettiamo il loro ritorno». È prevista anche la presenza del maresciallo dei carabinieri e del sindaco Carola Arena: «Dobbiamo ringraziare anche il sindaco che non ha voluto ostacolarci. All'inizio di questo percorso lo abbiamo incontrato e ci ha risposto che non c'è nessuno problema. Si tratta di un'associazione culturale, l'obiettivo è quello di comunicare tra di noi e di farlo anche con i cittadini italiani».
Le preghiere si svolgeranno sia in arabo che in italiano. La comunità musulmana moglianese, frutto soprattutto della convivenza negli anni 90' nel centro di prima accoglienza di Zerman, da tempo promuove anche corsi di arabo all'interno della scuole Olme. Abdlehamid Amar lavora all'Harris Bar di Venezia, è sposato e ha tre figli, il più grande studia medicina all'università di Padova. Anche loro hanno iniziato a vivere in Italia negli alloggi di fortuna messi a disposizione nell'area ex Ipsa. Malgrado l'inaugurazione ufficiale non sia ancora stata celebrata («siamo anche un po' indietro coi lavori» spiega il presidente dell'associazione) in via Torni, nello stanzone che si trova sopra allo spaccio di abbigliamento da donna, si svolgono già regolarmente le preghiere.
Tra le future funzioni anche quella di palestra: «le donne musulmane non possono fare attività fisica nelle normali strutture perché sarebbero costrette ad indossare il velo» spiega il presidente.
Matteo Marcon
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