Autista di bus salva un passeggero dall’emorragia: «Ma non sono un eroe»

Parla Adrian Ionut Puica, autista dell’Atvo: «Emorragia bloccata con la mia cintura, grazie a mamma che fa l’infermiera e ai corsi dell’azienda. L’uomo perdeva troppo sangue per essere una normale ferita da incidente»

Giovanni Cagnassi
L'autista Adrian Ionut Puica
L'autista Adrian Ionut Puica

Autista Atvo salva un passeggero settantenne che rischiava di morire dissanguato. Lunedì mattina, 5 maggio, all’altezza di Torre di Mosto, Adrian Ionut Puica, 29 anni, origine rumena, autista assunto da circa un anno nell’azienda trasporti del Veneto orientale, si è fermato non appena ha visto il sangue che zampillava dalla gamba di un passeggero che aveva chiesto di essere trasportato all’ospedale.

Era appena caduto in sella al suo motorino e lamentava un dolore al gomito. Ma nelle gamba una vena era stata lesionata gravemente. Quando ha visto che il polpaccio sanguinava copiosamente, Adrian, memore di quanto la mamma, infermiera, gli aveva insegnato, e di ciò che aveva imparato anche ai corsi di primo intervento organizzati dall’azienda, si è tolto la cintura e l’ha stretta alla gamba dell’uomo, in attesa dell’arrivo dei sanitari del pronto soccorso.

L’uomo di circa 70 anni, che martedì ha telefonato in azienda per ringraziare l’autista, gli deve la vita.

Puica, residente a San Donà, ha iniziato il mestiere assecondando la passione trasmessa dal papà, che faceva lo stesso lavoro. La mamma, Daniela Ramona Stancu, è infermiera alla casa di cura Rizzola e gli ha insegnato i primi preziosi rudimenti di pronto soccorso in caso di emergenza.

Adrian cosa è successo lunedì mattina?

«Il fatto è avvenuto alle 11. 17. Ero appena uscito dal centro di Torre di Mosto, imboccando la strada che porta alla frazione di Staffolo, quando un signore ha fatto segno di fermarmi per salire. Mi ha detto che poco prima era caduto con il motorino, procurandosi delle ferite. In mano teneva dei documenti, dicendomi di volere raggiungere l’ospedale di San Donà di Piave. Io ho confermato che l’autobus sarebbe transitato anche davanti all’ospedale. Ho visto subito delle gocce di sangue, lui mi ha mostrato la ferita che aveva al gomito. Allora ho preso la cassetta di pronto soccorso in dotazione del bus e l’ho medicato».

Ma c’era qualcosa di più grave.

«Una volta accomodato in uno dei posti anteriori, alla destra rispetto al mio posto di autista, ho visto la scia di sangue che non poteva essere dovuta alla ferita al gomito e allo shock per la caduta. Con la coda dell’occhio ho iniziato a controllarlo. Il suo piede destro era insanguinato e a quel punto ho deciso di fermarmi per soccorrerlo. La gamba aveva una lesione profonda e ho subito chiamato il 118, seguendo le loro istruzioni. Siccome il sangue usciva copiosamente, ho preso la mia cintura e l’ho legata alla sua gamba. Mia mamma, che lavora come infermiera alla casa di cura “Rizzola” di San Donà mi ha insegnato alcune tecniche di intervento da adottare in questi casi. Nel frattempo è arrivata l’ambulanza del Suem 118 del “Città del Piave” che lo ha preso in carico».

Si sente un eroe per quello che ha fatto?

«Un eroe è decisamente troppo. Ho fatto quello che dovevo fare per salvare una persona, memore di quanto appreso in aziende durante i corsi e degli insegnamenti di mia mamma che mi sono stati utili. Per me è stato naturale prendermi cura di una persona che stava rischiando la vita».

A bordo c’era un altro passeggero. Il mezzo è stato, poi, portato in officina per l’opportuno intervento di pulizia e sanificazione. Il presidente Atvo, Fabio Turchetto si è congratulato con Adrian per la sua attenzione nei confronti del passeggero, fin dal momento in cui è salito nel mezzo e la sua prontezza e preparazione.

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