«Un nuovo centro islamico? Inutile»
L'apertura di una seconda moschea alla Cita divide la comunità musulmana

MARGHERA.
L'apertura di un centro islamico in via Paolucci - negli spazi di un'ex scuola di danza ora gestiti dalla comunità bengalese - non piace a tutta la numerosa comunità islamica che vive alla Cita. Molti già frequentano la moschea di via Monzani e ritengono «inutile» un nuovo centro. Anche per il presidente Dal Corso la sede di via Paolucci «è piccola, poco adatta e senza parcheggi».
Malgrado non ci sia ancora nessuna ufficialità, né richiesta presentata alla Municipalità o al Comune dalla comunità bengalese che ha in gestione i locali di via Paolucci, si continua a parlare di un nuovo «centro di culto islamico» a Marghera. Una nuova piccola moschea che finirebbe per diventare alternativa a quella già esistente nella zona del centro commerciale Panorama e frequentata da musulmani di diverse nazionalità. «Non ho notizie ufficiali - commenta Silvia Layla Olivetti, la veneziana fondatrice del Movimento per la Tutela dei diritti degli Islamici in Italia - sull'eventualità dell'apertura di un nuovo centro islamico, ma in linea di principio non posso che ritenere l'evento positivo, purché l'ipotetico nuovo centro costituisca un arricchimento per la comunità e non un'ulteriore frammentazione». «Un nuovo centro di cultura islamica - aggiunge - potrebbe essere un'ottima cosa se si instaurasse con quello già esistente un rapporto di collaborazione e scambio, se cioè i due centri non operassero autonomamente uno dall'altro ma condividessero progetti ed obbiettivi, iniziative e attività». Per la fondatrice del Movimento dei diritti Islamici «il prolificare di micromoschee ripiegate su sé stesse finiscono per sottrarre ricchezza di scambi e opportunità di crescita alla comunità islamica presente sul territorio». Voci contrarie arrivano anche dagli stessi fedeli che frequentano la moschea di Marghera, che parlano di «Inutili divisioni legate alle singole nazionalità che possono portare anche a problemi evidenti di controllo e ordine pubblico». Al presidente della Municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso, «non risultano richieste per l'apertura di nuovi luoghi di culto alla Cita». «La comunità bengalese è molto numerosa nel quartiere - dice Dal Corso -, ma il luogo indicato è decisamente piccolo e poco adatto al culto, con chiari problemi di eventuale parcheggio nelle vicinanze». Intanto, i curiosi che in questi giorni hanno tentato di andare all'ex scuola di danza per saperne qualcosa di più l'hanno trovata chiusa e i bengalesi che di passaggio nelle immediate vicinanze e da noi interpellati, non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
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