Un milione di fatture false patteggia ex di Sacaim

False fatture per spese all’estero inesistenti, per poter creare un fondo nero e pagare così tangenti (anche l’ex presidente veneto Galan) in cambio di lavori: un milione di euro, utilizzando però fondi dell’azienda, tanto da portare Sacaim sull’orlo del fallimento.
Nei confronti di Pierluigi Alessandri - ex amministratore delegato della società, finita poi in amministrazione straordinaria - il pubblico ministero Stefano Ancilotto ha così mosso l’accusa di bancarotta fraudolenta, per aver concorso a «cagionare il dissesto» della società di costruzioni.
Ieri, davanti alla giudice per le udienze preliminari Marta Paccagnella, l’imprenditore ha patteggiato una pena a 10 mesi e 20 giorni di reclusione, concordata tra la Procura e gli avvocati difensori Fabio Niero e Loris Tosi. Patteggiamento al quale la Procura ha dato il proprio consenso solo perché Alessandri - che con lo scudo fiscale ha già sanato le pendenze con l’Erario - ha restituito al commissario straordinario di quella che era un tempo la sua società, quel milione sottratto per pagare le false fatture.
Il meccanismo è quello diventato celebre con l’inchiesta Mose, seguita dallo stesso pm Ancilotto con il collega Buccini: una “cartiera” all’estero - in questo caso in Svizzera - simula acquisti inesistenti. Il pagamento avviene su conti correnti oltre confine: la società si trattiene una percentuale per i “servigi” e poi storna la differenza, permettendo così la creazione di un fondo nero.
Teste d’accusa al processo Mose - prescritte le sue pendenze penali - Alessandri aveva raccontato come aveva in parte speso quei soldi: «Versai a Giancarlo Galan 115 mila euro in tre fasi tra il 2006 e il 2007: a consegnarli ci pensò mia figlia andando nella sua villa di Cinto Euganeo». Sacaim svolse anche lavori per circa 100 mila euro, a villa Rodella senza mai farsi pagare: Alessandri ha spiegato che i rapporti della sua azienda con la Regione Veneto erano difficili e c'era bisogno di lavorare. «Galan ci fece capire che si poteva fare in cambio del nostro intervento a Cinto Euganeo», ha precisato. (r.d.r.)
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