Un Leone in vetro di Murano per il procuratore Pavone

VENEZIA. «Il nostro baffo preferito». I ragazzi della scorta dei tempi di Venezia (dov’era sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia) e della lotta alla mala del Brenta hanno chiuso...

VENEZIA. «Il nostro baffo preferito». I ragazzi della scorta dei tempi di Venezia (dov’era sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia) e della lotta alla mala del Brenta hanno chiuso con una battuta affettuosa il papiro in onore di Francesco Saverio Pavone. Il regalo al vecchio capo e procuratore della Repubblica in pensione è stato un Leone di San Marco in vetro di Murano, «perché è sempre stato un leone». Pavone ha lasciato il suo ufficio al secondo piano del palazzo di giustizia di Belluno, dove ha ricoperto l’ultimo incarico da procuratore, con una sacco di doni: preziosi gemelli, una cornice d’argento, un volume fotografico sulle Dolomiti, uno scherzoso modello 45, il registro degli atti che non costituiscono notizia di reato e chissà quante strette di mano.

C’erano tutti al saluto, anche la funzionaria di una nomina alla Pretura di Venezia che risale al 18 agosto 1967: «Era la più bella della Pretura» ha sottolineato Pavone, prima che la presidente del tribunale bellunese, Antonella Coniglio, descrivesse la sua «gentilezza e il suo garbo, anche nell’ambito di inchieste molto importanti». Pavone ha ringraziato tutti: «Mi è sempre piaciuto fare indagini e qui ho fatto una bella esperienza». (g.s.)

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