Un lavoro nella moda, selezioni a Ca’ Foscari

Si può avere una brillante carriera alle spalle, ma alla fine è la personalità quella che fa la differenza. È questo che hanno dichiarato i reclutatori di talenti per le aziende di lusso, in missione all’Università Ca’ Foscari per scovare tra le migliaia di studenti quelli più grintosi e «incisivi».
«Bisogna sempre avere una buona dose di umiltà» hanno detto le due recruiters di L’Oréal Italia «ma le persone che colpiscono di più sono quelle che si sanno vendere meglio, cioè coloro che sanno mostrare le loro competenze, che hanno le idee chiare e che si mettono in gioco». Ieri per tutto il giorno la prestigiosa Aula Magna di Ca’ Dolfin si è trasformata in un vero e proprio luogo di incontro tra i rappresentanti di 12 case di moda famose in tutto il mondo e potenziali futuri lavoratori, laureandi o appena laureati. 1277 le candidature, 174 candidati e 330 colloqui.
Le aziende avevano già visionato il percorso dei candidati che sono poi stati chiamati a un colloquio per posizioni legate al settore economico (marketing, analisi dati, gestione del prodotto e vendita, logistica), informatico (sviluppatori, digital marketing) ma anche a quello umanistico (esperienze museali) e linguistico.
Se ad esempio qualche anno fa chi si laureava in Lingue orientali non aveva sempre un futuro sicuro, ora chi sa parlare arabo, russo e cinese ha sicuramente un vantaggio sugli altri, soprattutto per aziende che hanno decine di sedi in tutto il mondo. «Ho fatto il colloquio con l’azienda Salvatore Ferragamo» ha raccontato Chiara Tomaini, laureata in Lingue orientali «Parlo hindi e urdu (arabo parlato, ndr), una delle lingue richieste. Il colloquio l’ho fatto in parte in inglese». Ferragamo è l’azienda che aveva più posti disponibili e che ha dato spazio anche a chi lavora nel settore museale (l’azienda ha un museo a Firenze).
«Mi piacerebbe moltissimo» ha detto alla fine del colloquio con Bulgari e Dior, Caterina Lante di Padova, laureata in cinese «lavorare per un’azienda di lusso che opera nell’export». L’ambiente era molto accogliente e tutti i ragazzi sono stati entusiasti, soprattutto dell’iniziativa.
«Ho fatto il colloquio» ha affermato Andrea Zonta di Castelfranco, esperto di digital marketing e prossimo laureato in Economia «perché desidero lavorare proprio in una grande azienda strutturata, con molte sedi nel mondo per avere la possibilità magari di spostarmi».
Ai desk il personale di Gruppo LVMH (Bulgari, DFS, Christian Dior Couture, Loro Piana, Louis Vuitton, Rossimoda, Sephora), L’Oréal Italia, Luxottica, OTB, Salvatore Ferragamo e Simone Pantaleo e Norma Tinti di Yoox Net-a porter Group.
«Abbiamo sentito 30 persone» hanno detto i due recruiters «perché abbiamo diversi posti vacanti. Gli studenti ci sembrano proprio preparati e questa iniziativa è davvero ottima per le aziende e per gli studenti. Ci ha colpito l’attenzione all’approccio internazionale, ma quello che ci colpisce di più, al di là delle competenze, è la motivazione e la passione che il candidato riesce a trasmettere, perché questo fa la differenza».
Vera Mantengoli
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia