Un centro sanitario nell’ex Ligabue

È una delle tre proposte progettuali presentate al Porto per avere in concessione l’edificio. Altre due riguardano alberghi
Di Alberto Vitucci
BOLLIS VENEZIA 26.05.2007. INAUGURATO IL NUOVO SPAZIO DI BOSCOLO BIELLO IN SCOMEZZERA. NELLA FOTO BOSCOLO BIELLO.- INTERPRESS
BOLLIS VENEZIA 26.05.2007. INAUGURATO IL NUOVO SPAZIO DI BOSCOLO BIELLO IN SCOMEZZERA. NELLA FOTO BOSCOLO BIELLO.- INTERPRESS

Un centro clinico nell’ex palazzina Ligabue, in Rampa piazzale Roma. C’è anche un progetto innovativo tra le proposte presentate all’Autorità portuale per avere in concessione demaniale marittima l’edificio. Il «Fabbricato 214 e aree ad esso pertinenziali», si legge nel bando emesso dal Porto e firmato dal dirigente Giorgio Calzavara. I termini sono scaduti il 2 febbraio e ci sono tre offerte per il riuso dell’edificio, per decenni sede della “Ligabue catering” di piazzale Roma, con parcheggio annesso e ormeggio in rio della Scomenzera.

Una è appunto quella depositata a firma di Ivano Boscolo Bielo e della sua azienda. Costruttore edile, operatore economico e concessionario da anni della banchina sul lato opposto del rio della Scomenzera, sponsor di squadre di calcio e di basket. Boscolo propone di trasformare la palazzina in un centro clinico per le analisi e gli esami. Ma anche in un centro specializzato di riabilitazione e di cura, con una parte destinata a casa dello studente. Tre milioni di euro gli investimenti previsti per il restauro per trasformare gli attuali uffici in un centro sanitario. Non ce ne sono molti nella città storica, ad eccezione ovviamente degli ospedali e dello Sherman di campo San Bartolomeo. Ma la domanda è superiore all’offerta, soprattutto al di fuori degli orari di ufficio. Sono tanti i pendolari - oltre ai veneziani e ai mestrini - che potrebbero usufruire del nuovo servizio.

Un’idea che non dispiace anche all’Amministrazione. Ma c’è adesso da confrontare quel progetto con gli altri due che sono stati presentati al Porto. Uno è firmato da Elio Dazzo, amministratore della società Santa Chiara. È il presidente dell’Aepe, l’associazione degli Esercenti, ma anche albergatore che ha di recente ottenuto il via libera per il raddoppio dell’hotel Santa Chiara a piazzale Roma con pertinenze agli ex Magazzini Parisi. Dazzo gestisce anche ex uffici pubblici come la palazzina Stern a Ca’ Rezzonico, che gli è stata ceduta dall’Asl 12. E un altro hotel alla Pietà, in locali già di proprietà dell’Istituto. La famiglia Dazzo ha avuto in gestione anche il bar delle Ferrovie nella nuova ala restaurata della stazione di Santa Lucia. Adesso propone di realizzare l’ennesimo albergo nella palazzina che fu per tanti anni il simbolo dell’attività imprenditoriale di Ligabue.

La terza offerta riguarda sempre l’attività ricettiva. La società “Zirada” della famiglia Carrain, che già gestisce altri alberghi nell’area di San Marco come l’Angelo, Ponte dei Sospiri e Donà Palace.

Due alberghi e un centro sanitario. Adesso toccherà alla commissione del Porto decidere per assegnare la concessione, il cui canone si aggira intorno ai 150 mila euro l’anno. Anche per un’eventuale trasformazione in hotel sono necessari investimenti notevoli, viste le condizioni in parte degradate della palazzina.

Costruita all’inizio degli anni Cinquanta, la palazzina ormai celebre con il nome di Ligabue è un esempio minore di architettura razionalista, realizzata in calcestruzzo armato. Ampliata e modificata negli anni ha ospitato per quasi mezzo secolo gli uffici della compagnia di catering. Adesso il Porto ha deciso di “valorizzarla” e l’ha messa sul mercato. L’assegnazione a uno dei tre proponenti sarà fatta come prevede il bando sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Un luogo strategico, al civico 499 di Santa Croce-piazzale Roma. Dove si può accedere con l’auto, a piedi e anche in barca per il rio della Scomenzera.

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