«Un bravo investigatore, con grande fiuto»

PORTOGRUARO. Un carabiniere bravo, integerrimo, che non arretrava mai; in più una persona speciale, sorridente, allegra. Questo il ritratto che tutti i colleghi ieri tracciavano di Emilio Ilmanni. Era nato a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, l’11 gennaio 1986 dal padre Carlo Ilmanni e dalla madre, Giuseppina Costa. Si era diplomato all’Itis Falco di Capua, nella vicina provincia di Caserta. Il suo sogno però era fare il carabiniere. Dopo il giuramento e l’addestramento ecco la proposta: destinazione Portogruaro. Prendere o lasciare. Arrivederci a mamma, papà e agli amici di sempre. La ragione di vita era quella, e valeva la pena lasciare l’amatissimo territorio. Lui aveva deciso così. Lascia nel dolore anche una sorella e una figlia che abita in provincia di Gorizia con la madre. I genitori, appena informati della notizia, sono partiti subito da Napoli. «Era in servizio a Portogruaro da 4 anni e mezzo», ricorda con le lacrime agli occhi il suo superiore, «ha sempre abitato qui in caserma. Era un carabiniere scelto. Come collega posso dire di aver lavorato al mio fianco con una persona dall’ottimo fiuto investigativo, molto acuto nelle osservazioni. Collaboravamo a stretto contatto per inchieste anche delicate». Il maresciallo stenta ancora a credere che in quell’incidente sia deceduto Emilio. Ha voluto rendersi conto di persona cosa fosse accaduto. È andato sul posto. Ha visto tutto, non è riuscito a trattenere le lacrime. «Gli piaceva molto stare in compagnia, come tutti i ragazzi della sua età. Amava la vita. Tutti noi gli volevamo bene. Era un tifoso del Napoli e gli piaceva il calcio». Con il passare delle ore, percepito il dramma, molti amici e colleghi hanno lasciato sulla bacheca del profilo Facebook di Emilio pensieri e frasi. Ma il vuoto creato dalla sua mancanza durerà ancora a lungo. (r.p.)
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