Uccise con un ombrello Doina Matei torna libera
Uccise alla stazione della metropolitana a Roma Vanessa Russo, 23 anni, colpendola ad un occhio con la punta di un ombrello. Era l’aprile 2007. Per l’omicidio preterintenzionale, Doina Matei, romena che oggi ha 33 anni, è stata condannata dalla Cassazione a 16 anni di reclusione (pena stabilita in primo grado e confermata negli altri gradi di giudizio), scontati parzialmente prima al carcere femminile della Giudecca e poi con l’affidamento in prova ai servizi sociali. Dall’altroieri Doina Matei è una donna libera. Il giudice del tribunale di Sorveglianza di Venezia ha firmato l’atto con cui ha certificato il fine pena. Una conclusione anticipata di quattro anni ottenuta grazie alla buona condotta che ha consentito di “guadagnare” 45 giorni di liberazione anticipata ogni sei mesi di carcere.
Da quando aveva ottenuto la semilibertà, Doina Matei ha potuto continuare a lavorare per la coop Il Cerchio, vivendo non più dietro le sbarre ma in una casa a Mestre dove doveva tornare entro le 22, con divieto assoluto di usare i social dopo che nel 2016 aveva postato alcuni scatti fuori dal carcere che le erano costati la sospensione temporanea della semilibertà. «Le sentenze si rispettano, come si rispetta l’ordinamento penitenziario. La pena è stata espiata. Resta l’amarezza», ha detto Alberto Feliziani, uno degli avvocati che ha assistito la famiglia Russo. —
Ru.B.
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