Uccide il marito dandogli fuoco, lei è grave
. Dolore e sconcerto in tutto il territorio ha suscitato la notizia di quanto accaduto a Rieti il 26 novembre scorso. Braulina Cozzula, 42 anni, persona molto conosciuta in città, cresciuta e residente a Caorle fino a pochi anni fa, è accusata dalla Procura reatina di omicidio nei confronti del compagno, Valerio Amadio, 44 anni, morto nell’incendio del loro appartamento.
La stessa Cozzula, figlia del compianto comandante della stazione dei carabinieri Giuliano, di origine sarda e scomparso nel 2003, ha rimediato ustioni sul 40% del corpo. Avrebbe cosparso di benzina il compagno e la stufa, per dare fuoco all’appartamento di località Campomoro, dove la coppia e i loro 2 figli (Lina ne ha in tutto 4) vivevano da poche settimane, dopo avere abitato per anni a Poggio Bustone. Nemmeno ieri sarebbe stata sentita dagli inquirenti che si occupano del caso, perché Lina non può parlare. È ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dove è piantonata dagli uomini della Squadra mobile della questura di Rieti, al comando della dirigente Antonella Maiali. Intanto l’arresto è stato convalidato dal Gip Floriana Lisena: appena si ristabilirà Cozzuola finirà in carcere. Il fuoco, il dolore e la morte, si sono intrecciati nuovamente in questa storia drammatica: sono questi gli elementi che ritornano nella vita di Lina Cozzuola, chiudendo un cerchio iniziato molti anni fa, tra gli anni ’70 e’80. Braulina era stata adottata da piccola, in Brasile, quando rimase orfana a seguito di un incendio. Il padre adottivo Giuliano Cozzuola la portò in Italia dopo essere venuto a conoscenza del suo caso dalla sorella, una suora missionaria, poi divenuta zia effettiva di Lina. La piccola si salvò da quel rogo assieme alla sorella naturale, che venne adottata da un’altra coppia. Lina crebbe a Caorle, e frequentava assiduamente il rione di Santa Margherita, e si unì al gruppo di coetanei di Sabina Trapani, l’interior designer deceduta il 20 giugno scorso nel crollo della palazzina in cui viveva a Gorizia con il compagno. Lina si è sposata molto giovane con un ragazzo di quel gruppo Adam Giro, diplomato geometra, attualmente residente a Udine dove fa il cuoco. La 42enne quando era a Caorle ha fatto la commessa in un bazar nelle stagioni estive e poi ha abbandonato assieme ai due figli il tetto coniugale per andare a vivere nel Lazio con Valerio Amadio, dal quale ha avuto altri due figli. Pare che i due si siano conosciuti proprio a Caorle all’inizio degli anni 2000, mentre lui faceva la stagione come libraio. Da qui la fuga. Il 26 novembre 2003 morì il padre Giuliano Cozzuola, che all’epoca era già congedato dai carabinieri, ma che ricopriva l’incarico di presidente dell’associazione dei militari dell’Arma in congedo. Venne trovato impiccato.
L’omicidio di cui è accusata è avvenuto proprio a 16 anni esatti della morte del padre. Lina avrebbe messo in atto un folle piano, che ha provocato la morte del compagno Valerio Amadio e i cui segni rimarranno anche sul suo corpo, per sempre. Proprio ieri l’ex marito Giro ha raggiunto i figli per stare loro vicino. La 42enne è in stato di fermo. Non appena potrà riprendersi verrà ascoltata dagli investigatori della squadra mobile di Rieti. —
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