Tumori nel Miranese «Sono aumentati i casi di malattie fulminee»

Negli ultimi tempi molti i decessi per cancro tra gli under 50 «Molto più a rischio le neoplasie su cui non c’è screening»



«Malattie aggressive ce ne sono, ma il numero di casi nella provincia di Venezia è in linea con quelli italiani». A parlare è il primario di Oncologia di Mirano-Dolo Giuseppe Anzanello, intervenendo sulle recenti morti di cancro avvenute tra Riviera e Miranese che spesso hanno colpito persone sotto i 45-50 anni. Nelle ultime settimane si è registrata quasi una decina di decessi. Ma per il medico i numeri non sono diversi che da altre parti. «L’incidenza e la mortalità nella nostra provincia», spiega Anzanello, «sono in linea con quelle nazionali che evidenziano un piccolo ma significativo calo sia negli uomini che nelle donne. È calata la mortalità, pur con qualche differenza tra le varie macro aree. I numeri sono indicativi se prendiamo in considerazione la sopravvivenza: nel tempo si è registrato in Italia un aumento di 5 anni sia negli uomini, passando dal 39% degli anni 1990-94 al 54% per il 2005-2009, che nelle donne, dove si è passati dal 55% al 63%».

Come rivela lo stesso primario, si stima che in Italia si verifichino circa 370mila nuove diagnosi di tumore all’anno, di cui circa 196mila nelle donne e 175mila negli uomini. I dati sulla mortalità, dalle fonti Istat, indicano circa 180mila decessi tra gli uomini e 80mila tra le donne. Spesso, però, i familiari raccontano di malattie fulminee, con diagnosi arrivate solo pochi mesi prima, se non addirittura settimane. «Purtroppo questa eventualità è ancora possibile», precisa Anzanello, «in particolare nelle neoplasie dove non è possibile fare programmi di screening o una diagnosi precoce risulta più difficile. Di certo tra questi troviamo i tumori pancreatici, polmonari e della testa e del collo. Vorrei ricordare che l’oncologia in generale ha fatto passi da gigante grazie all’inserimento delle cosiddette terapie “intelligenti” a bersaglio molecolare personalizzate, ad una migliore sinergia multidisciplinare tra specialisti riuniti ora in reti funzionali e con percorsi dedicati alle singole forme tumorali, ma anche ad una maggiore attenzione ai problemi psicologici grazie a psico-oncologi dedicati. In Italia i pazienti che vivono con una pregressa diagnosi di tumore sono quasi 3 milioni e mezzo». E la medicina è pronta a compiere altri grandi passi in avanti. —



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