Tubature vecchie, perso il 30% dell’acqua

In centro storico alcune risalgono al 1884. In terraferma le tre condotte principali sono state costruite nel 1915, 1958 e 1964 
Foto Belen Sivori/LaPresse.06 /07/2015 Torino, Italia.Cronaca.Caldo nella città di Torino.Nella foto: alte temperature..Photo Belen Sivori/LaPresse.06/07/2015 Turin, Italy.News.Hot weather in Torino .In the pic: high temperatures
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MESTRE. Apriamo il rubinetto e la diamo per scontata. Eppure, anche se non siamo nelle condizioni della capitale Roma - dove si aggira lo spettro, per ora tenuto alla porta, del razionamento – sarebbe il caso di aprire una riflessione sull’oro blu e interrogarsi sul percorso che, dai pozzi artesiani o dai fiumi, la trasporta fino al rubinetto di casa nostra. Perdendo per strada, a causa di tubature vecchie e da sistemare, circa tre litri ogni dieci.



Siccità, è allarme o no? Le piogge delle ultime settimane hanno un po’ rimpolpato le falde dalle quali Veritas attinge l’acqua che poi immette nell’acquedotto del Veneziano, tanto che negli ultimi giorni è diminuito l’apporto d’acqua preso dall’impianto di Ca’ Solaro, dove viene potabilizzata l’acqua del fiume Sile. A fine aprile il direttore generale di Veritas Andrea Razzini aveva scritto ai sindaci dei 25 Comuni avvisandoli del fatto che il perdurante stato di siccità stava riducendo la disponibilità di acqua di falda e di fiume per il servizio idrico potabile paventando la possibilità di ricorrere ad alcune limitazioni. Un rischio che oggi sembra essere superato, anche se resta l’invito ad usare l’acqua con parsimonia, soprattutto in un periodo che, soprattutto per il grande caldo – basti pensare agli impianti di refrigeramento - registra un aumento dei consumi nell’ordine del 6-10%. Un incremento, non dissimile dalle precedenti estati, dovuto soprattutto agli impianti di refrigeramento ad acqua, che vede alzare l’asticella dei consumi anche di notte, soprattutto da parte di alberghi e strutture ricettive.

Da dove arriva la nostra acqua? Veritas preleva l’acqua da tre fonti: soprattutto dalle falde attraverso 60 pozzi, molti dei quali a Scorzè, che possono arrivare anche a 300 metri di profondità; rendendola potabile dal fiume Sile, attraverso l’impianto di Ca’ Solaro a Mestre; e infine dal fiume Adige, potabilizzata all’impianto di Cavanella. E’ in quest’ultimo che nelle ultime settimane si sono registrate alcune difficoltà legate al fenomeno del cuneo salino - l’acqua del mare che “entra” nel fiume - obbligando Veritas a servire la città di Chioggia con l’acqua di falda, attraverso il lungo acquedotto che porta verso Sud, il cosiddetto megatubo realizzato da Veneto Acque e Veritas.



Perdite d’acqua per il 30%. Le perdite d’acqua nella lunga rete dell’acquedotto di Veritas - quasi 4 mila chilometri - sono calcolate dalla società nell’ordine del 30%. Tanto, ma meno della media degli acquedotti italiani, le cui perdite sono stimate dall’Istat nell’ordine del 40% con i casi limite di città Potenza dove l’acquedotto colabrodo si perde per strada circa il 70% dell’acqua trasportata. Per ciò che riguarda il Veneziano le perdite d’acqua sono riconducibili all’età delle condotte: se nel centro storico ve ne sono alcune che risalgono alla fine dell’Ottocento (1884) non sono molto più giovani le condotte principali, quelle che portano dai 59 pozzi che si trovano a cavallo delle province di Venezia, Treviso e Padova, in particolare tra Scorzè e Sant’Ambrogio. Le tre principali tubazioni di adduzione sono state infatti costruite nel 1915, nel 1958 e nel 1964. «Le due condotte in cemento armato (la Sant’Ambrogio-Gazzera e la Quinto-Gazzera, ndr)», si legge nell’ultimo bilancio di Veritas, «sono da circa una decina d’anni sono soggette frequentemente a guasti con conseguenti perdite idriche, la prima per vetustà della conduttura in se stessa, la seconda per la perdita di tenuta delle guarnizioni sulle giunzioni».

Gli interventi. Nonostante annualmente siano previsti a bilancio investimenti per 13-14 milioni di euro dall’Autorità di Bacino Laguna di Venezia, non c’è un vero piano di sostituzione delle tubature. «Bisognerebbe spaccare mezza città», fanno sapere da Veritas. E quindi: i tubi si sostituiscono mano a mano che si rompono, come è accaduto negli ultimi anni.

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