Truffava i migranti, denunciato

Prometteva regolarizzazioni in cambio di denaro
Immigrati in fila per chiedere la regolarizzazione
Immigrati in fila per chiedere la regolarizzazione
 È tornato a colpire Paolo De Sole, l'ex direttore dell'Ufficio del Registro di Chioggia, già finito in carcere per truffa. È stato denunciato da diversi stranieri a cui ha spillato denaro con la garanzia della riemersione dallo status di clandestini e per avere versati i contributi Inps. Ma nulla di questo si è avverato.
 I truffati, tutti stranieri e che parlano poco la nostra lingfiua, si sono rivolti alla polizia. Non solo nella nostra città ma anche altrove. Alcuni si sono recati al commissariato di via Ca' Rossa. I loro racconti sono simili. E la vicenda a quanto pare inizia due anni fa, a settembre. Gli immigrati vengono a conoscenza che un commercialista di Mestre, con studio in via Piraghetto, oltre ad assumerli consente loro di «riemergere» e di mettersi in regola con i contributi da versare all'Inps avendo un lavoro anche fitizio. Naturalmente a pagamento. E così, come hanno fatto diversi stranieri, anche un giovane albanese nel settembre del 2009 si è recato nello studio del commercialista, come gli hanno spiegato altri amici e conoscenti. In ufficio ha trovato Paolo De Sole. Con l'albanese c'era un connazionale visto che lui non parla bene l'italiano. Il commercialista - o quantomeno chi secondo l'albanese è un commercialista e cioè Paolo De Sole - gli spiega che lui avrebbe provveduto a farlo riemergere assumendolo come dipendente e a versargli i contributi Inps. Scontato che tutte le spese sono a carico dello straniero. Seduta stante l'albanese ha versato 500 euro per la pratica della riemersione e 800 per i primi contributi all'Inps. In cambio ha ricevuto dei documenti a testimonianza che la pratica è stata avviata. Successivamente, ogni tre mesi, l'albanese versa, sempre per i contributi, intorno a 300 euro a volta. Per un totale di 4800 euro. Ma a giugno, stanco di pagare e di non vedere un permesso di soggiorno e un lavoro, ritorna dal commercialista, che nel frattempo si è trasferito in viale Vespucci. Allo stesso aveva pure versato altri 210 euro per una residenza fittizia a casa sua. Gli chiede conto della situazione, ma, non ricevendo soddisfazione, decide si approfondire la questione. Si reca in Prefettura e scopre che la sua pratica per la riemersione non è mai stata presentata e all'Inps i soldi per i contributi non sono mai stati versati. A quel punto rivolge alla polizia.  Una decina di anni fa Paolo De Sole era salito all'onore delle cronache giudiziarie per una condanna a quattro anni e dieci mesi per peculato, truffa, falso e concussione. Ha potuto usufruire un piccolo sconto di otto mesi. Aveva derubato mezza Chioggia, grazie al posto di Direttore dell'Ufficio del Registro che occupava e, non contento, aveva cercato grazie al suo avvocato di non farsi processare dal Tribunale. De Sole si era messo in tasca quasi mezzo miliardo di vecchie lire, sfruttando la buona fede dei chioggiotti che in lui vedevano l'autorità. Si presentavano a lui e chiedevano consiglio, domandavano cosa dovevano fare per pagare la tassa di successione o quanto dovevano versare per un'imposta. E lui faceva lievitare i «prezzi», la differenza finiva nelle sue tasche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia