Truffa on line, le indagini si spostano in Slovacchia

Quarto d’Altino. I carabinieri di San Donà hanno già inviato la documentazione In Procura decine di denunce per frodi sul web provenienti da tutto il Veneto
Di Giorgio Cecchetti

ALTINO. Sono decine, provenienti da tutto il Veneto, le denunce per le stangate on line che arrivano sui tavoli dei pubblici ministeri della Procura veneziana. Stando alla legge, di frodi e pedopornografia e della maggior dei reati commessi in rete devono occuparsi i pubblici ministeri della Procura capoluogo del Distretto, che nel Veneto è Venezia. Dunque, nei prossimi giorni arriverà quella che riguarda l’Ordine degli avvocati di Padova, mentre quella dell’imprenditrice di Quarto d’Altino Sonia Ejradi è già sul tavolo del pubblico ministero Stefano Buccini.

Le operazioni di home banking aumentano di mese in mese e sono soprattutto le aziende a utilizzare quella che ormai si chiama moneta elettronica e a confermarlo è lo stesso presidente della Commissione regionale dell’Abi Amedeo Piva. «Significa evitare di spostare il denaro, insomma maggior sicurezza e ora le banche stanno cercando di attrezzarsi anche per evitare le frodi» spiega.Ma un hacker c’è sempre e quando opera da un paese diverso dall’Italia la possibilità di individuare il responsabile sono spesso minime.

Nel caso della imprenditrice di Quarto d’Altino, che si è vista sfilare prima 88 mila euro poi 168 mila, sembra che la pista porti in Slovacchia. Per gli investigatori non è difficile stabilire il punto dell’accesso nella rete del responsabile della frode. Ma quello che viene immediatamente alla luce è il computer, non la persona, anche perché spesso queste operazioni vengono fatte da computer a disposizione del pubblico. In secondo luogo, la banca presso la quale viene compiuta l’operazione, in questo caso la Cassa di risparmio di Venezia, può stabilire velocemente a favore di chi quei soldi vengono spostati. E, sempre in questo caso, anche il destinatario si trova in Slovacchia. I carabinieri di San Donà, ai quali si è subito rivolta Sonia Ejradi, avrebbero già inviato in quel paese la prima documentazione, ma è necessario fare affidamento sulle loro capacità.

Per le decine di denunce via web per frode che arrivano in Procura a Venezia spesso gli investigatori non hanno difficoltà a rintracciare il luogo da dove ha operato l’hacker, ma se si tratta di un paese che non ha trattati con l’Italia è difficile individuare il responsabile.

Se si è mosso dall’Italia è più facile, ma ritrovare i soldi è sempre complicato perché quando arrivano in un conto bancario questo solitamente viene subito svuotato.

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