Teatro la Fenice, nel 2026 il restauro della macchina scenica: due milioni di spesa
L’intervento sarà in due fasi: la prima sarà a palcoscenico attivo, da febbraio. Colabianchi: «Il teatro è un motore economico e sociale, impatto da 66,6 milioni»

«Un restauro fisiologico per assicurare il perfetto funzionamento della macchina teatrale». Con queste parole il sovrintendente Nicola Colabianchi definisce il nuovo ciclo di interventi strutturali che interesseranno il Teatro La Fenice a partire dal 2026. Il pubblico non resterà orfano di spettacoli.
Una parte della programmazione della nuova stagione 2025-2026, presentata ieri mattina nelle Sale Apollinee, si svolgerà sul palco del Teatro Malibran, mentre un solo titolo sarà accolto dal Teatro Goldoni. I lavori annunciati sono la naturale prosecuzione di quelli avviati lo scorso anno per la sostituzione dei dispositivi elettronici della macchina scenica inferiore, danneggiata durante l’alluvione del 2019.
Il nuovo intervento, del valore di circa due milioni, si concentrerà su quella superiore per consentire un aggiornamento completo del sistema di comando e controllo. L’operazione è articolata in due fasi distinte.
La prima, da febbraio a maggio 2026, si svolgerà a palcoscenico attivo, senza interferire con la programmazione. La seconda richiederà la sospensione delle attività in Campo San Fantin tra luglio e ottobre 2026. La conclusione dei lavori è prevista tra giugno e agosto 2027. Nel frattempo, il teatro ha compiuto significativi passi avanti sul fronte dell’accessibilità.
«Per facilitare l’ingresso alle persone con disabilità o mobilità ridotta», spiega Colabianchi, «è stata realizzata una rampa d’accesso in Corte San Gaetano e altre due tra la platea e il foyer. È in fase di completamento il nuovo pontile mobile per l’accesso via acqua».
La macchina continua a perfezionare gli ingranaggi. «L’ultimo bilancio è stato chiuso in equilibrio confermando la sostenibilità delle attività», evidenzia il direttore Andrea Erri, «il nostro teatro non è soltanto un luogo d’incessante produzione artistica, ma anche un motore economico e sociale per il territorio». A confermarlo è la valutazione d’impatto economico complessivo nella regione condotta dal dipartimento di Economia dell’Università di Venezia.
«Nel 2024, sul fronte occupazionale si stimano 361 addetti al lavoro», spiega la professoressa Monica Billio, «il teatro genera un impatto economico di 66,6 milioni di euro. Ogni euro investito viene triplicato, ne riporta nel territorio regionale circa 3, 13».
Quest’anno, la biglietteria ha già incassato 6 milioni di euro. Sono ancora aperte le vendite per l’appuntamento estivo in Piazza San Marco in programma per le 21 di sabato 12 luglio. Il teatro a cielo aperto ospiterà la “Cavalleria rusticana” da Pietro Mascagni proposta in forma di concerto sotto la direzione musicale di Rico Saccani che debutta alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia