Truffa, indagato a Padova dentista mestrino

Professore universitario e figura di spicco dell'Ordine dei Medici sotto accusa. La Procura chiede il processo per aver svolto attività privata malgrado il rapporto di esclusività con il Policlinico. Lui si difende: «Accuse infondate, potevo esercitare»

MESTRE. Per la Procura di Padova, che ne ha chiesto il processo per truffa aggravata, il professore universitario ha raggirato l’Azienda Ospedaliera padovana svolgendo attività privata malgrado il rapporto di esclusività con via Giustiniani (esclusività in forza della quale percepiva un maggiore compenso). Per lui, Pietro Carli, 70 anni, ex docente al Bo, odontoiatra attivo in studi del Padovano e Veneziano (attualmente a Mestre, in via Mestrina), nonché figura di spicco dell’Ordine dei Medici, si tratta invece di accuse infondate: l’autorizzazione a lavorare privatamente, spiega il professionista, esisteva eccome. Decisiva, per chiarire la vicenda, sarà l’udienza preliminare di giovedì in tribunale quando il giudice dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Vartan Giacomelli, scattata dopo l’indagine della Guardia di Finanza, o se invece prosciogliere il professionista così come vuole la difesa. L’Azienda Ospedaliera, da parte sua, ha deciso con il direttore generale Claudio Dario di costituirsi parte civile chiedendo il risarcimento dei presunti danni sia patrimoniali che non, patiti. Il professor Carli è un odontoiatra stimatissimo, considerato un professionista di alto livello. È noto nel mondo accademico padovano in quanto è stato professore aggregato al Bo - insegnando materie legate all’odontoiatria ed endodonzia - fino al 2012, anno in cui è andato in pensione. Il suo nome è inoltre conosciuto nel mondo medico in quanto è stato, dal 1986 al 2004, presidente della Commissione Odontoiatri dell’Ordine dei Medici di Venezia e per oltre 25 anni ha svolto attività associativa come dirigente dell’Andi (Associazione nazionale dentisti) provinciale, regionale e nazionale. Un nome di spicco del mondo sanitario, dunque, quello del professor Carli che ha prestato servizio in Azienda Ospedaliera, Clinica Odontoiatrica, curando migliaia di pazienti. Il docente universitario aveva un rapporto esclusivo di lavoro con l’ente pubblico, percependo, per tale motivo e secondo quanto previsto dalle norme, un trattamento economico aggiuntivo rispetto a chi non ha l’esclusività. Secondo la Procura, però, Carli avrebbe esercitato attività non autorizzate, o comunque al di fuori degli accordi intercorsi con via Giustiniani, in una struttura esterna a lui riconducibile. Il problema? Svolgendo tale lavoro in violazione della convenzione, avrebbe percepito uno stipendio superiore a quello a cui aveva diritto. La somma complessivamente contestata è di 57.981 euro, il periodo a cui la Procura fa riferimento è quello tra il 2004 e il 2012. Lo scorso febbraio l’Azienda Ospedaliera ha chiesto la restituzione del denaro, senza però ottenere risposta. D’altra parte, per l’odontoiatra, le accuse sono completamente infondate: «Le contestazioni non corrispondono al vero», spiega il professor Pietro Carli. «La convenzione con l’Azienda Ospedaliera consentiva di poter esercitare attività libero-professionale dentro o fuori l’Azienda. L’autorizzazione in questione, tuttavia, era di massima e non fissava nel dettaglio la quantità di attività extramoenia consentita». In sostanza, visto che l’accordo non definiva con precisione la “quantità di libera professione”, gli sforamenti contestati in realtà non esistono. O, comunque, non sono dell’entità rilevata dalla Procura. «Dimostrerò che le contestazioni sono infondate», assicura Carli.

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