Truffa alle assicurazioni falsa ferita, due condanne
L’incidente risale al 2010: una donna aveva detto di trovarsi a bordo dell’auto Si era poi rivolta allo studio 3A. La posizione del titolare era già stata archiviata

Gli imputati per truffa alle assicurazioni erano 24, residenti tra le province di Venezia e Padova. Per l’accusa si erano inventati incidenti, o con passeggeri rimasti feriti che invece il giorno dell’incidente erano tranquillamente sul divano di casa. Imputati con qualcosa in comune: il fatto di essersi rivolti allo Studio 3A di Mestre, di proprietà di Ermes Trovò. Una vicenda per la quale anche il titolare dell’agenzia di pratiche era stato indagato, anche per la testimonianza di uno degli imputati secondo il quale Trovò era a conoscenza delle dichiarazioni false di chi si rivolgeva alla sua agenzia per truffare le assicurazioni. Il pubblico ministero, non ritenendo però sufficiente la dichiarazione a provare l’accordo con i truffatori, aveva chiesto e ottenuto l’archiviazione della posizione di Trovò - contro la quale si era opposta la Milano Assicurazioni (Unipol) - da parte del giudice per le indagini preliminari. Lo stesso Trovò si sarebbe rivolto a un certo punto a un investigatore per fare chiarezza su questi incidenti sospetti.
L’archiviazione è arrivata per prescrizione anche se la difesa di Trovò l’aveva chiesta nel merito. Ieri invece in tribunale a Venezia c’è stata la condanna dei due protagonisti dell’unico incidente stradale che ancora non era finito in prescrizione. Il giudice ha condannato a 8 mesi ciascuno (pena sospesa), accogliendo in toto la richiesta del pubblico ministero Francesca Crupi, Francesco Manzo, 46 anni, nato a Napoli e residente a Rubano (Pd) e Romina Berto, coetanea, nata a Padova e residente pure lei a Rubano. Il 24 marzo del 2010 Manzo era stato coinvolto in un sinistro, in un parcheggio. Da un lato la sua Peugeout 407 e dall’altra la Fiat Panda guidata da un altro automobilista. Pur non essendo a bordo dell’auto, Romina Berto quello stesso giorno si era presentata all’ospedale di Padova lamentando dolori al collo e alla spalla destra in conseguenza di un tamponamento stradale e tre giorni dopo, il 27 marzo, tramite l’agenzia studio 3A, a Mestre, denunciava falsamente di essere stato a bordo dell’auto, con l’obiettivo di incassare i soldi dell’assicurazione. Nel processo l’Unipol, attraverso l’avvocato Riccardo Caniato - ieri rappresetnato a Venezia dalla collega Valentina Bordonaro - si è costituita parte civile. I due sono stati condannati anche a pagare una provvigionale di 15 mila euro nei confronti della Unipol.
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