Trovato il barchino di Salvagno

S’infittisce il mistero sulla fine dei due pescatori morti in mare

CHIOGGIA. E' stato ritrovato al largo di Malamocco il barchino col quale erano andati a pesca Filippo Salvagno e Angelo Tiozzo i due pescatori annegati in mare la notte del 18 maggio e i cui corpi erano stati ritrovati il mattino dopo al Lido e a Punta Sabbioni. Lo scafo è apparentemente intatto, non presenta segni né di speronamenti, né di urti da parte di relitti, infittendo ancora di più il mistero sulla vicenda.

Erano circa le 8,30 di ieri, quando il Cormorano Blu e il Destriero, che stavano pescando a volante, tre miglia fuori dalle bocche di porto di Malamocco, si sono accorti che la rete faceva resistenza. Capita quando si trova una formazione rocciosa, o anche un sasso o un altro oggetto sul fondo del mare. In questi casi occorre rallentare e tirare su la rete con prudenza, per evitare rischi e danni alle barche. E così hanno fatto i due comandanti, Michele e Gimmy Perini, fino a quando si sono resi conto che avevano ripescato un barchino, completo di motore.

Immediatamente hanno pensato all'imbarcazione di Filippo Salvagno. Così hanno avvertito la capitaneria di porto al cui personale hanno consegnato il natante. I partenti di Salvagno, poco dopo, si sono recati in capitaneria per il riconoscimento dell'imbarcazione. Ironia della sorte, proprio oggi la capitaneria aveva avuto l'autorizzazione ad effettuare tre giorni di ricerche per tentare di ritrovare il barchino, il cui esame potrebbe fornire qualche indizio sulla dinamica della vicenda che ha portato alla morte dei due pescatori chioggiotti. Adesso, quindi, l'imbarcazione passerà sotto la lente del personale tecnico, ma già una cosa appare evidente: non ci sono squarci, non ci sono ammaccature sullo scafo, dunque il naufragio non è avvenuto per speronamento da parte di altre imbarcazioni e neppure per l'urto da parte di un tronco o un relitto vagante. Che cosa allora, in quella notte di mare calmo, può avere fatto rovesciare lo scafo? Può un'onda, per quanto anomala, aver ottenuto questo risultato e fatto in modo che i due corpi finissero su due spiagge diverse e il barchino venisse trascinato cinque o sei miglia più a sud, col peso del motore che lo ancorava alla sabbia del fondo? Domande che si riassumono tutte in una sola: che cosa è accaduto quella notte? Anna Vido, la vedova di Salvagno, già prima del funerale del marito, aveva fatto un appello, «Voglio la verità». Qualcuno gliela potrà mai dire?

Diego Degan

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