Troppi rumori e inquinamento sigilli a falegnameria e officina

JESOLO. La denuncia dei vicini ha messo nei guai sia Stefano Saramin (25 anni) sia Massimo Saramin (55 anni), parenti stretti e in questo caso uniti anche nella disavventura giudiziaria. Ieri, infatti, la Polizia municipale di Jesolo ha chiuso sia l’autofficina del primo sia la falegnameria del secondo grazie a un sequestro disposto dalla giudice di Venezia Roberta Marchiori, sulla base della richiesta avanzata dalla pubblico ministero Francesca Crupi, che ha coordinato le indagini e gli accertamenti svolti dal Nucleo della Guardia forestale della Procura, della Guardia di finanza di Jesolo e dei tecnici dell’Agenzia regionale per la prevenzione ambientale del Veneto (Arpav). Si tratta di un sequestro preventivo, scattato per fare in modo che i reati che vengono contestati ai due non si ripetano.
Stando alle accuse mosse ai due, infatti, da anni i Saramin proseguono nella loro attività fuori dalla legge, uno con la sua officina per automobili, il «Sam Garage», l’altro nel suo negozio per la riparazione di mobili e di altri oggetti di arredamento, entrambi tra l’altro si trovano in via Alzavola, molto vicini uno all’altro. Ieri, i vigili urbani di Jesolo hanno posto i sigilli e i due non possono neppure entrare e, conseguentemente, non hanno la possibilità di lavorare. È probabile che si affideranno a un avvocato che in fretta e furia presenterà il ricorso al Tribunale del riesame per chiedere il dissequestro dei due locali, ma non sarà facile che i giudici veneziano li accontentino, almeno finchè non otterranno le autorizzazioni da parte degli enti (Comune e Città metropolitana) che sono incaricati di rilasciarle.
Prima, però, dovranno adeguarsi alla normativa sia per quanto riguarda i rumori sia per quanto le emissioni in aria.
La pm Crupi, infatti, contesta loro numerosi reati sulla base dei rilievi compiuti dai tecnici dell’Arpav. In particolare quello di continuare a emettere da tempo rumori molesti, talmente forti che impediscono il riposo a chi abita nelle vicinanze. Non solo: in particolare dall’autofficina sarebbero continuate a uscire nell’aria emissioni inquinanti, prodotte soprattutto dall’attività di verniciatura compiuto sulle macchine. Ma dopo la Forestale e l’Arpav, si sono messi al lavoro anche le «fiamme gialle» di Jesolo che avrebbero contestato anche l’evasione fiscale, che però non avrebbe raggiunto la soglia minima per far scattare un’indagine penale. Ma i finanzieri jesolani passeranno all’Agenzia delle Entrate le informazioni raccolte grazie agli accertamenti e i funzionari del Fisco contesteranno le tasse non pagate.
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