Tribunale, partito il trasloco ma Chioggia spera nella proroga

CHIOGGIA. Ultimi giorni per il tribunale di Chioggia. In realtà molte attività giudiziarie sono state sospese da tempo, in vista dell'annunciato trasferimento a Venezia. Ma questi, a Chioggia, sono proprio i giorni del trasloco: pacchi e scatoloni ammonticchiati nelle stanze sono il segnale della fine di un'epoca, quella iniziata nel 2002 quando l'amministrazione comunale «consegnò alla città» la cittadella della giustizia, ovvero il complesso che ospita la sede staccata del tribunale di Venezia e il giudice di pace. Ora, per quest'ultimo servizio, non sono ancora arrivate determinazioni superiori, anche se la dichiarata disponibilità dei Comuni di Chioggia e Cona a sostenerne le spese fa ben sperare nel suo mantenimento.
Ma per il tribunale è scoccata l'ultima ora: entro il 9 settembre, dice una circolare, tutto deve essere concluso. Ma, come spesso accade, non sarà così. A cominciare dalle nuove destinazioni del personale. Dodici persone che saranno così suddivise: quattro in Corte d'Appello a Venezia, due al Tribunale civile, a Rialto, una «a piazzale Roma», presumibilmente all'ufficio del Gip. Delle cinque che restano da collocare, quattro hanno chiesto come sede il Tribunale di Padova, ma non sanno ancora nulla dell'effettiva destinazione, e un commesso è in attesa di istruzioni.
Ulteriore paradosso: nessuno di loro potrà entrare nel nuovo servizio prima del 13 settembre, data prevista per legge, ma dopo il 9 non avranno più una sede dove lavorare. Quindi quattro giorni di “vacanza” involontaria, pagati dai contribuenti.
Paradossi burocratici a parte, continua la mobilitazione contro l'imminente chiusura da parte di avvocati, politici, amministratori pubblici e comuni cittadini: le speranze di un ripensamento da parte del ministro sono poche, ma non inesistenti, visto che recentemente sono state rinviate, in tutta Italia, le chiusure di altre 42 sezioni distaccate, compresa quella di Dolo (fino al 31 dicembre e solo «per la conservazione dei mobili»). Venerdì il ministro potrebbe firmare altre proroghe ed è questo l'obiettivo su cui puntano il Comitato per la difesa del tribunale e gli amministratori cittadini.
Per la verità ce ne sarebbe anche un'altra: ovvero la proroga di cinque anni, prevista dalla stessa legge che sopprime i “tribunalini”, nel caso in cui ci siano difficoltà logistiche per la nuova sistemazione (e a Venezia è così) e quella vecchia non costi nulla allo Stato. E pure questa è una condizione rispettata dalla sezione staccata di Chioggia di cui si fa carico il Comune. Eppure questo tipo di proroga non è stato preso, sinora, in considerazione del ministero.
Resta, quindi, solo la via “politica”, per la quale il sindaco Casson ha detto: «Continueremo a impegnarci anche a livello parlamentare. La nostra non è battaglia di campanile, non è richiesta di privilegi, ma volontà di assicurare a tutti i nostri concittadini quel diritto alla giustizia che la lontananza renderebbe difficile per molti».
Diego Degan
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