"Tre vite in una": il documentario su Anna, figlia del primo sindaco di Venezia

VENEZIA. Anna Ponti, una donna che guarda la vita in faccia senza mai perdere lucidità. Oggi alle 21, in occasione della proiezione dei cortometraggi del Videoconcorso Pasinetti, all’Hotel Aquarius in Campo San Giacomo, verrà proiettato "Tre vite in una", il documentario sulla figlia del primo sindaco di Venezia, Giovanni Ponti.
Ideato, montato e prodotto dalla videoartista Elisabetta Di Sopra, il documentario racconta la storia del cuore di Anna, 90 anni, presente questa sera all’evento come presidente del tradizionale concorso. Un cuore che ha conosciuto la gioia, ma anche un dolore insuperabile per l’omicidio del marito medico Giorgio Montanari, avvenuto l’8 gennaio 1981 e ancora oggi senza colpevoli, per la scomparsa della figlia Silvia, morta di tumore, e di un fratello.
“Ho conosciuto Anna Ponti nel 2008, quando vinsi il Videoconcorso Pasinetti con Memorie Presenti, e da allora ho sempre visto in lei una grandissima donna che ha lottato per i diritti delle donne e per le donne maltrattate, una donna che attraverso il volontariato si è data tantissimo” racconta Di Sopra che collabora con Fabbrica del Vedere “Quando le ho detto che volevo raccontarla all’inizio era incerta, poi però ha prevalso la necessità di lasciare una testimonianza”.
Per la prima volta Ponti ha risuonato il pianoforte che non toccava da anni, facendo vibrare le corde della sua anima e della sua memoria. Come la figlia Silvia si spense dicendo “Non abbiamo avuto giustizia”, così oggi Anna non si dà pace sapendo che nessuno ha mai pagato per l’omicidio del marito “un delitto realizzato perché lui voleva che si facessero gli aborti nella clinica dove lavorava”. Per la prima volta dopo la morte di Silvia, Anna risfoglia l’album con le foto della figlia con la quale aveva un rapporto simbiotico e che ha lasciato un vuoto incolmabile.
Ponti ripercorre la storia del padre, pilastro della Democrazia Cristiana e del Comitato di Liberazione regionali, della figlia e del marito da atea, con intensità e lucidità, senza mai distogliere gli occhi dalla vita, chiedendole giustizia, prima di andarsene per sempre.
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