Tre palazzi diventano alberghi

In Soprintendenza i progetti per Querini Dubois, Corner e Bacchini
Il nuovo albergo a Ca’ D’Oro aperto da poco tempo nel palazzo sul Canal Grande ex sede dell’Actv In città non si ferma la trasformazione di prestigiosi palazzi in hotel di lusso
Il nuovo albergo a Ca’ D’Oro aperto da poco tempo nel palazzo sul Canal Grande ex sede dell’Actv In città non si ferma la trasformazione di prestigiosi palazzi in hotel di lusso
 
Ancora alberghi nei palazzi della città storica. Il mercato è saturo, le camere sono vendute a prezzi stracciati. Ma la trasformazione della città continua. In questi giorni sono all'esame della Soprintendenza tre progetti definitivi per nuovi hotel.
 Un albergo a cinque stelle è previsto a palazzo Querini Dubois, San Polo, sul Canal Grande, venduto dalle Poste spa a un gruppo di imprenditori privati. Il Comune ha concesso il cambio di destinazione dell'ex sede della Biennale per non pagare gli arretrati dell'affitto.  Le Poste hanno venduto anche il Fontego dei Tedeschi (a Benetton per 30 milioni di euro) e installato il loro centro in un ex magazzino di calle Racchetta. Il secondo progetto riguarda l'ex sede del Tar in campo della Fava. Palazzo Corner Reali è stato acquistato dalla società venice Building. I lavori sono già partiti e anche qui è previsto un nuovo hotel di lusso a due passi da Rialto. Terza pratica quella che riguarda palazzo Bacchini delle Palme. Il Bacchini palace con giardino sul Canal Grande sarà trasformato dall'impresa Guaraldo del gruppo Marinese, la stessa che ha acquistato l'isola di Tessera per farci l'ennesimo albergo sull'acqua, a metà strada tra Murano e Tessera. Ha regolarmente aperto qualche giorno fa, intanto, il nuovo albergo Pesaro Palace a palazzo Giustinian Ravà, ex sede di Mediocredito alla Ca' d'Oro venduto da Actv. Tagliati alberi e glicine, il nuovo hotel sorge ora fianco a fianco del Sagredo (cinque stelle), del Foscari palace, ex sede del consolato tedesco. Tra breve anche Ca' da Mosto, il più antico palazzo sul Canal Grande che risale al 1200 diventerà un albergo. Una fila ininterrotta di hotel sull'acqua. E «albergopoli» si allarga. Non bastano i segnali negativi che arrivano dal mercato e gli allarmi lanciati dalla stessa associazione di categoria, l'Ava, a scoraggiare investimenti e nuove speculazioni. Negli ultimi dieci anni i posti a letto sono quasi raddoppiati. Passati da 22 a 37 mila. Solo nel settore alberghiero l'incremento è stato del 100 per cento, da 13 a 26 mila.  Senza contare il «sommerso», affittacamere, appartamenti e bed and breakfast spesso non autorizzati o non dichiarati. Decine i grandi alberghi nati nel primo decennio del Duemila. La spinta iniziale era arrivata dal Giubileo, con la realizzazione di decine di strutture per l'accoglienza dei pellegrini finanziate anche con fondi dello Stato. Poi la liquidità disponibile con il passaggio all'euro aveva aumentato il numero delle operazioni. Alberghi nelle isole e negli ex ospedali (Sacca Sessola, San Clemente), adesso anche la Grazia tutti beni alienati dall'Asl. Poi lo Stucky, hotel nei palazzi venduti dal Comune per far cassa (palazzo Zaguri, palazzo Costa) e nelle sedi di uffici pubblici e delle Opere Pie (la Pietà, palazzo Genovese). Gli abitanti calano e gli alberghi continuano a crescere.  

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